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Cronaca Cavallino / Via de Dominicis

In giro di notte a caccia di auto: avevano centralina e arnesi

Denunciati in due. Uno di loro fu arrestato lo scorso anno per il furto di una Panda. Le volanti hanno bloccato i due uomini dentro Cavallino, dopo averli intercettati e seguiti con discrezione per alcuni chilometri

CAVALLINO - Uno di loro, Oronzo Aramini, originario di Surbo, ma residente a Lecce, di 53 anni, è più che noto alle forze dell’ordine. Nell’agosto dello scorso anno, fu arrestato per aver rubato una Fiat Panda a Surbo. Quando fu intercettato dalle volanti di polizia, ne nacque un breve inseguimento nei pressi della strada statale 16, terminato a Galugnano, frazione di San Donato di Lecce.

C’era un complice con lui, quella notte, ma riuscì a fuggire a piedi, correndo a perdifiato nelle campagne, coperto dal buio. Mentre il 53enne finì in arresto, ai domiciliari.

E non era solo nemmeno la notte scorsa, Aramini, quando le volanti di polizia lo hanno scovato, ancora una volta. Accanto, sedeva M.M., 54enne di San Donato di Lecce. Impossibile dire, oggi, se fosse la stessa persona riuscita a fuggire lo scorso anno. Ma, intanto, è stato identificato e di lì a poco sarebbe stato anche denunciato, insieme con Aramini. Rispondono di ricettazione e possesso ingiustificato di chiavi alterate. In auto, infatti, gli agenti hanno trovato numerosi oggetti per lo scasso e una centralina per Fiat Punto. E’ più che probabile, quindi, che ne stessero cercando una da portare via.

E proprio in una Fiat Grande Punto viaggiavano anche loro, quando gli agenti li hanno visti. La volante si stava indirizzando per perlustrazioni di routine verso il centro commerciale Conad di Cavallino, i cui accessi sono sulla statale 16. Una strada che non deve portare fortuna ad Aramini, visto quanto accaduto in passato, in occasione dell’arresto.

Erano le 4 circa del mattino. L’ora dei furti e delle “spaccate”, i poliziotti lo sanno bene. E, di certo, la visione alle spalle del centro commerciale di quella Punto è apparsa più che sospetta. Con discrezione, gli agenti hanno deciso di seguirla. I due a bordo non si sono accorti di nulla. A un certo punto, sono entrati dentro Cavallino e hanno iniziato a procedere a velocità sempre più bassa. Fin quando, nel centro storico, e per la precisione in via De Dominicis, i poliziotti non li hanno fermati. Con ogni probabilità il loro intervento è stato salvifico per il proprietario di qualche auto parcheggiata.

“Chi non muore si rivede”. Sorpresa devono aver provato un po’ tutti, perché a fermare Aramini e il “socio” sono stati gli stessi poliziotti che avevano arrestato il primo nel 2015. Colti di sorpresa, i due non si sono potuti sbarazzare degli oggetti più compromettenti. M.M. aveva la centralina addosso, oltre a guanti da lavoro e nella tasca interna anche un cappello in lana nero e una torcia di colore azzurro. Mentre in auto c’era tutto il resto.

Nello scomparto dello sportello lato guida, una torcia e un paio di guanti, mentre vicino alla leva del cambio, un cappello in lana di colore nero. Ancora: all’interno dello scomparto dello sportello del lato passeggero, due cacciaviti di diverse dimensioni con manico nero e una chiave esagonale numero 10. Nel portabagagli dell’autovettura, una chiave a pappagallo di colore rosso di 35 centimetri, nove chiavini a stella di diverse misure, due cacciaviti con manico grigio e arancione, uno di 21 centimetri e l’altro di 16 centimetri, un cacciavite con il manico blu di 27 centimetri e un estrattore di16 centimetri. Infine, un tubo idraulico di 43 centimetri. I due sono stati deferiti alla Procura di Lecce.

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