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Cronaca

"Ci hanno tagliato l'acqua": dieci persone all'asciutto

Via Giravolte, nel cuore del centro storico a Lecce. Interviene l'Acquedotto pugliese che taglia le condutture per il rifornimento non autorizzato. E una decina di extracomunitari restano a secco

LECCE - E' l'altra Lecce, quella che si cerca di nascondere come polvere sotto il tappeto buono di casa. Via Giravolte, nel cuore del centro storico della città barocca, a 4 minuti dal Duomo, a 6 da piazza Sant'Oronzo, con passo turistico. Il civico 19 e ben noto all'Ufficio stranieri della Questura di Lecce. Da dieci anni a questa parte è residenza fluttuante di extracomunitari, molti dei quali con regolare permesso di soggiorno, da quanto i controlli in materia di immigrazione clandestina sono diventati severissimi.

Una palazzina fatiscente, senza regole igieniche, né garantito il minimo decoro per chi oggi vi abita: una decina di persone, il più piccolo 24 anni, il più anziano 60. Una sola donna, 35 anni. Senegal e Marocco, la loro provenienza. Commercianti ambulanti del nulla, di accendini, collane e braccialetti etnici. Questo pomeriggio, intorno alle 14.30, niente spaghetti col sugo precotto. "Ci hanno tagliato l'acqua". Amen.

I tecnici dell'Acquedotto pugliese sono giunti lì con tanto di ordine scritto. Utensili in mano, hanno dato il giro di chiave che ha strozzato definitivamente l'acqua da bere, per lavare i panni, i pavimenti dell'indicibile. Husein, pelle nera e italiano arrampicato, sbotta: "Ma almeno qualcuno poteva avvertire noi. Ora senza acqua come fare? Nemmeno gli animali, non siamo animali". Gli fanno eco i connazionali: "Non potere fare questo, come possiamo vivere così adesso?"

"E' la legge - dicono quelli dell'Acquedotto", che sono lì con tanto di mandato scritto per il taglio. "E poi lo sapevate che l'acqua di cui avete fatto uso in tutti questi anni era abusiva, mai pagata. Rivolgetevi ai Servizi sociali del Comune, questo vi possiamo consigliare".

"Ma lì ci siamo andati, noi andati lì - tenta di spiegare Husein - ma quelli niente, non esistiamo noi per loro. E poi questa casa non è del Comune? Ma capisci che stiamo parlando di acqua, acqua per bere, lavare… come facciamo adesso noi?"

Loro, gli extracomunitari chiedono, invocano l'uso dell'acqua potabile ma i tecnici hanno già sigillato le condutture. Anzi, meglio non ostacolare il lavoro, se no sono costretti a fare intervenire le forze dell'ordine.

Quanti anni hai?, chiede il cronista a un giovanotto appena uscito dal civico 19 e che s'incammina in direzione di via Libertini. "Ventiquattro", risponde con accento francese. Ed ora che farai? "Non lo so - dice - adesso vado al bar, a chiedere un bicchiere".

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