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Cronaca

Codici pirata per la pay tv, fiamme gialle sulle tracce di "centrali e clienti"

Gli uomini della sezione di pg della Guardia di finanza di Lecce stanno passando al setaccio il materiale sequestrato. Prime denunce

LECCE – Quella condotta dalla sezione di polizia giudiziaria della Guardia di finanza di Lecce, guidata dal colonnello Francesco Mazzotta, è un’inchiesta che ha svelato i segreti e i meccanismi di un business tanto illecito quanto redditizio, per la visione “pirata” della tv satellitare. Un giro d’affari cospicuo, con numerosi clienti sparsi in tutta la provincia salentina. Dieci euro per vedere il pacchetto completo: dallo sport al cinema, dalle serie tv ai canali per i più piccoli, dai documentari ai canali di cucina. Un danno per l’azienda e una beffa per tutti colori che pagano un regolare abbonamento.

Dopo le perquisizioni eseguite nei giorni scorsi, le fiamme gialle sono al lavoro sulla documentazione e sul materiale informatico sequestrato. Gli inquirenti, anche attraverso un consulente nominato dal pubblico ministero Maria Rosaria Micucci, stanno passando al setaccio il materiale acquisito per risalire alle “centrali” utilizzate per decodificare il segnale, fornendo un codice d’accesso criptato, e vedere in maniera illecita la pay tv. La finanza è inoltre sulle tracce dei clienti, per cui scatterà presto la denuncia. I primi nomi sono stati già iscritti nel registro degli indagati per aver illecitamente utilizzato apparecchi atti alla decodificazione di trasmissioni audiovisive ad acceso condizionato effettuate via etere e via satellite.

Al centro dell’inchiesta M.C., 35enne di Carmiano, titolare di un’azienda di servizi informatici del posto, considerato il “regista” di un’associazione dedita alla vendita illecita e all’installazione, in tutta la provincia di Lecce, di apparati per la decodificazione di trasmissioni audiovisive ad accesso condizionato effettuate via etere e via satellite, in violazione della legge sul diritto d’autore.Il 35enne, con gli altri quattro soci: D.D.L., 34enne; I.P., 42enne; C.P., 36enne (tutti di Carmiano) e R.N., 35enne di Novoli; avrebbe creato una fiorente attività commercializzando apparati per vedere in maniera illecita la pay tv, fornendo un codice d’accesso criptato. Il codice fornito viene inserito nell’applicazione installata all’interno del box, consentendo la visione a titolo gratuito di tutti i programmi della pay tv. Figura chiave, nell’attività illecita, quella di un 54enne di Leverano, F.M., che si occupava dell’attivazione e della riscossione dei pagamenti “in nero” del servizio “pirata” da parte di molti clienti beneficiari degli abbonamenti.    

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