rotate-mobile
Cronaca

Caos rifiuti, chiusi tre impianti nel Salento. Ecco quanto devono i Comuni

Mentre la Cogeam ha fermato i centri di Cavallino, Poggiardo e Ugento, Silvano Macculi punta l'indice contro le amministrazioni. Secondo i dati più aggiornati, pesante è l'esposizione di Galatina, Cursi, Casarano e Racale

LECCE – L’esposizione debitoria dell’Ato Lecce 2 nei confronti della società Cogeam – pari a circa la metà degli 11 milioni 429mila euro che la ditta rivendicherà a fine mese - è imputabile ai ritardi delle singole amministrazioni, sulle quali potrebbe pendere la scure degli accertamenti della Corte dei Conti e della guardia di finanza. Lo ha detto a chiare lettere Silvano Macculi, presidente del consorzio di 46 comuni finito sul banco degli imputati, nelle interviste a margine di un incontro a Palazzo dei Celestini sulla delimitazione degli ambiti di raccolta ottimali (aro). Parole che hanno provocato la reazione indignata di alcuni sindaci, come Ada Fiore, primo cittadino di Corigliano d’Otranto e che non mancheranno di alimentare polemiche.

Tutto questo mentre, come annunciato, oggi sono rimasti chiusi gli impianti di trattamento di Ugento e Poggiardo così come quello di combustione di Cdr di Cavallino, scatenando un effetto a catena: il centro di biostabilizzazione dei rifiuti, che si trova di fronte, è stato infatti costretto a rallentare gli accessi dei mezzi provenienti dai vari comuni proprio perché il terminale ultimo della filiera è fermo. La Cogeam è allo stremo: pagati gli stipendi ai dirigenti, in cassa non resta nulla, nemmeno per bollette. L’azienda si è appellata al prefetto di Lecce (all'incontro odierno era presente il capo di gabinetto, Guido Aprea) per la ricerca di una soluzione non estemporanea, come sono state le precedenti iniezioni di liquidità per qualche centinaia di migliaia di euro.

“Oggi mancano i fondi per la normale gestione dell’impianto  di Poggiardo” ha dichiarato il responsabile della struttura, Gianluca Montanaro. “Se oggi il problema è il gasolio, domani sicuramente lo sarà per l’energia elettrica – ogni bolletta è grosso modo di 70mila euro -, dopodomani sarà per i fornitori che provvedono alla manutenzione dei mezzi, Occorre porre fine a questi assurdi ritardi che i Comuni accumulano”.

Macculi – che è anche il coordinatore regionale degli Ato - e il collega Francesco Ferraro (Ato Le 3) hanno prodotto delle tabelle dalle quali risultano le voci disaggregate dell’intero comparto rifiuti (non solo Cogeam, dunque): nell’ambito Lecce 2 – ma i dati sono aggiornati al 30 aprile – Galatina avrebbe un debito di un milione 404 mila euro, Cursi di poco più di un milione, Scorrano di quasi 800mila (ma con un contenzioso di un certo peso), così come Castrignano dei Greci. Il totale dei 46 comuni ammonta a 14 milioni 280 mila euro.

Nell’Ato Lecce 3, i dati sono riferiti al 9 di settembre, Casarano ha un debito di un milione 160mila euro – comprensivo di un contenzioso pari a 620 mila euro -, Racale di quasi 900 mila mentre Taviano uno di poco superiore ai 300mila. Il totale dei 18 comuni è di 3milioni 122mila. I 27 comuni dell’Ato Lecce 1, invece, pagano direttamente le aziende per cui non esistono cifre aggregate. L’unica funzione di “tesoriere” è stata svolta per sei mesi e fino al 30 aprile scorso per il solo trasporto dei rifiuti, per circa 300mila euro complessivamente.

Cosa accadrà domani? “Occorre avere la sfera di cristallo: gli impianti riaprono solo se ci sono le capacità finanziarie della gestione” ha chiosato Montanaro. 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Caos rifiuti, chiusi tre impianti nel Salento. Ecco quanto devono i Comuni

LeccePrima è in caricamento