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Cronaca Litorale

Quattro proiettili contro l’auto di una famiglia. E’ il secondo episodio

Le pistolettate verso una Marea, a Frigole. Anche un mese addietro le vittime si ritrovarono di fronte a un gesto simile. L'auto è in uso alla madre di Leo, scampato all'omicidio in cui morì per errore l'operaio Valentino Spalluto

FRIGOLE (Lecce) – Erano le 20 circa di sera, quando qualcuno ha indirizzato quattro colpi di pistola contro un'autovettura, appartenente ad una famiglia proprietaria di un’abitazione a Frigole, una delle marine di Lecce. Due dei proiettili esplosi, intorno alle 20, si sono conficcati sulla fiancata del veicolo, una Fiat Marea, parcheggiata in una delle vie del borgo, nei pressi dell'abitazione delle vittime.

E non è il primo episodio. In una notte del mese scorso, i primi giorni di gennaio, i proprietari del mezzo subirono un fatto analogo. Sul posto sono intervenuti gli agenti di polizia delle squadre volante e mobile leccese, avviando immediatamente le indagini. Gli inquirenti hanno recuperato i bossoli, per stabilire il calibro dell'arma utilizzata.

Come inquadrare, un simile atto? La situazione è delicata. L’auto, infatti, è di proprietà della madre di Alessandro Leo, detto “Saso”. Un nome che nelle cronache è tornato più volte, di recente, perché si tratta dell’uomo che, secondo gli inquirenti, sarebbe sfuggito per una pura casualità all’agguato di piazza Palio, avvenuto il 2 agosto scorso, e in cui morì un operaio di 20 anni, Valentino Spalluto, di Surbo. 

L’omicidio, infatti, sempre secondo le tesi degli inquirenti, sarebbe scaturito nell'ambito di una violenta lite scoppiata tra Leo e Salvatore Polimeno, meglio noto con il nome di Andrea, 23enne leccese, per questioni legate alla cessione di droga. Un paio di mesi prima dei fatti, sempre per gli investigatori, Leo avrebbe schiaffeggiato il presunto assassino, accusandolo di averlo imbrogliato, cedendogli meno eroina del dovuto. Fino alle pistolettate fatali, che però avrebbero colpito la persona sbagliata.

Un agghiacciante, sconvolgente scambio di persona, fra operai che quel giorno stavano lavorando all’allestimento del palco per un concerto, mai più tenuto, organizzato dallo staff di Laura Pausini.  

Gli investigatori, fin dalle prime battute dell’inchiesta, ebbero ben chiara una cosa: il ragazzo di Surbo sarebbe stato scambiato proprio per Leo ed ucciso, quindi, per errore, da un killer poi individuato in  Polimeno.

Fin qui, la cronaca nota. Il resto, è tutto da ricostruire. Nelle prossime ore, gli investigatori della polizia ascolteranno i destinatari dell'accaduto, per chiarire se la natura del gesto sia attribuibile ad intimidazioni di carattere personale, a qualcosa che abbia a che vedere con il già citato episodio, o ad altro, scavando nel passato di ciascun componente.

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