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Cronaca

Concorsi: la ricerca all’estero non premia. E UniSalento finisce nel mirino di Stella

Per il giornalista del Corriere della Sera, l'ateneo salentino, che ha messo a bando sedici cattedre, favorirebbe i candidati con esperienza sul territorio nazionale. E torna alla mente il caso di Carlo Rubbia, poi diventato Nobel per la fisica

LECCE – Sarà forse per il funesto precedente, ma l’Università del Salento è stata portata ancora una volta alla ribalta sotto una luce non proprio edificante. E tra classifiche, polemiche, cronici problemi e riforme sempre incombenti, il mondo universitario non riesce a sciogliere ancora la sue ataviche contraddizioni.

Gian Antonio Stella, esperto giornalista del Corriere della Sera, da anni alle prese con burocrazia, sprechi e "parentopoli", ha biasimato l’ateneo guidato da Vincenzo Zara per aver pubblicato alcuni bandi per il reclutamento di docenti di seconda fascia nei quali il punteggio riservato a coloro che hanno esperienze di ricerca e docenza in università straniere è di gran lunga inferiore ai colleghi che hanno un curriculum “nazionale”. Tanto che uno specialista di chiara fama internazionale verrebbe messo da parte a favore di un anonimo aspirante docente italiano. Sullo sfondo di questa vicenda riecheggia quell’altra storia che vide vittima Carlo Rubbia:  lo scienziato, poi diventato Nobel per la fisica, non venne ritenuto idoneo dall’allora Università di Lecce per la cattedra di Fisica.

L’attenzione del noto quotidiano nazionale ha naturalmente provocato la reazione del rettore che insieme a sedici docenti di prima fascia dell’ateneo ha comunicato alcune precisazioni: la prima riguarda il posizionamento nella classifica redatta annualmente dal Times Higher Education: ”L’Università del Salento figura al 263° posto nella classifica e ha scalato ben 70 posizioni rispetto al 2013, classificandosi, insieme a Trento, al 5° posto tra gli Atenei italiani e al primo tra quelli dell’Italia centro-meridionale. In particolare, l’Università del Salento, nella stessa classifica, risulta essere prima tra le Università per l’indicatore relativo alla qualità della didattica e seconda solo alla Scuola Normale di Pisa”.

Viene fatto notare all’autore dell’articolo che l’ateneo salentino “è stato tra i pochi che hanno ritenuto di riservare un punteggio specifico aggiuntivo e premiante alle esperienze didattiche all’estero. Infatti, generalmente viene previsto un unico criterio di valutazione della didattica fortemente orientato su parametri tipicamente nazionali”.

Tutto ciò farebbe concludere che “il peso attribuito nel bando all’attività di ricerca rende del tutto evidente che uno studioso di grande rilievo internazionale, quale quello indicato nell’articolo, che avesse ipoteticamente conseguito l’abilitazione alla seconda fascia e presentato domanda presso l’Università del Salento, avrebbe indubitabilmente vinto la procedura selettiva”.

Insieme al rettore hanno firmato la replica Vittorio Boscia, Mariaenrica Frigione, Lucio Giannone, Olga Lombardi, Alessandra Chrico, Luigi De Bellis, Saverio De Bellis, Antonio Ficarella, Vitantonio Gioia, Mario Lombardo, Giorgio Metafune, Giovanni Tateo, Giampaolo Arachi, Michele Campiti, Grazia Semeraro, Stefano De Rubertis. 

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