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Cronaca

concorso forense e dubbi: studenti poveri alla riscossa

Grazie alla campagna sociale dell'Associazione contro tutte le mafie anche i giovani meno abbienti potranno effettuare un ricorso collettivo contro le presunte irregolarità delle commissioni

Il paradosso è quello di un mondo della giustizia che nasconderebbe profonde sacche di ingiustizia. Ma ora, migliaia di ragazzi disoccupati e poveri, che ambiscono ad una carriera negli studi legali, potranno sperare di veder ripagati i propri sforzi negli studi. "La campagna sociale, promossa dalla "Associazione contro tutte le mafie", al fine della presentazione presso il Tar di un ricorso collettivo a favore dei candidati poveri, non idonei al concorso forense, ha avuto successo", commenta il suo presidente, Antonio Giangrande. LeccePrima ha appoggiato nei mesi scorsi questa campagna, pubblicando l'appello dello stesso Giangrande ed invitando chiunque si sentisse in qualche modo defraudato, fra le province di Lecce, Brindisi e Taranto, a visitare il sito https://www.associazionecontrotuttelemafie.org per contattare l'associazione.

"Il concorso forense, sessione 2006, con i risultati pubblicati recentemente, dalle prove acquisite, emerge essere, non solo vetusto nella forma, ma anche truccato nel merito", commenta Giangrande. "Si è rilevato che alcune commissioni erano illegittime, perché non vi erano tutte le componenti professionali previste dalle norme e che alcune di queste hanno aperto la busta grande, contenente due buste piccole; hanno aperto le buste piccole, una contenente il nome ed una contenente il compito; hanno letto e corretto il compito di oltre quattro pagine; i cinque membri si sono consultati; hanno dato il voto e il giudizio. Tutto in tre minuti. Il Tar ha dichiarato che tre minuti sono estremamente insufficienti per la correzione".

"Si è rilevato - prosegue il presidente dell'associazione - che alcune commissioni i compiti non li hanno corretti, risultante dalla mancanza di glosse o correzioni; altre commissioni hanno sottolineato, artatamente, alcune frasi del compito, senza aggiungere glosse esplicative; altre ancora non hanno motivato il punteggio; alcune hanno dato motivazioni antitetiche al punteggio; altre hanno dato motivazioni illeggibili; e c'è chi ha modificato il punteggio per bocciare il candidato. Tutte nullità rilevate da pronunce del Tar".

"Tutte le commissioni hanno adottato una percentuale media del 30 per cento, indotta dalla lobby forense, al fine di impedire l'accesso ai non sponsorizzati, in un concorso a numero aperto", dice ancora Giangrande. "Si stanno predisponendo i ricorsi collettivi e sono state presentate denunce penali per abuso di ufficio e falso. Per quanto anticipato, migliaia di praticanti avvocato, come tutti i disoccupati, non rappresentati da alcun partito politico o associazione sindacale, in autunno, in concomitanza con l'adozione della riforma delle professioni, terranno una manifestazione di protesta a Roma, per evidenziare al Parlamento, luogo in cui lobby e furbi son ben rappresentati, che le riforme che li riguardano devono tenere conto, anche, degli interessi di quella parte debole della società civile".

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