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Cronaca

Furti con spaccata, scattano le condanne per Liuzzi e la sua banda

Per i quattro dei sei coinvolti nell'operazione "Break open", condotta dalla squadra mobile nel mese di ottobre del 2012, sono state disposte pene da sei mesi a sei anni, dal gup del Tribunale di Lecce. L'accusa è di minacce, concorso in furti aggravati e incendi di auto

LECCE  - Sono stati giudicati con il rito abbreviato i quattro imputati ritenuti tra i componenti della banda delle “spaccate”, sgominata durante l’operazione Break open, condotta dagli agenti di polizia della squadra mobile i primi giorni di ottobre del 2012 e che portò a sei misure di custodia cautelare, su richiesta del pm Giuseppe Capoccia. I quattro dei sei tratti in arresto durante il blitz di un anno addietro, con l'accusa d furto aggravato in concorso, minacce e incendi d'auto, si sono presentati, questa mattina, davanti al gup del Tribunale di Lecce, Giovanni Gallo.

Per Luciano Liuzzi, 36enne di Squinzano, ritenuto a capo dell'organizzazione assieme a Gennaro Riezzo, 52enne di Surbo, e già condannato in abbreviato a 11 anni di reclusione perché ritenuto uno dei presunti esponenti della “Banda della 166”, sono scattati sei anni di reclusione e una multa di duemila euro. Due anni, invece, sono stati previsti per Carmen Coppola, 30enne di Novoli, compagna di Liuzzi al momento dell’operazione. Un anno e otto mesi di reclusione per Giovina Vitale, 44enne di Cellino San Marco e, infine, una pena di sei mesi per Carmelo Del Prete, 26enne di San Donaci.

La banda, nella quale sarebbe compreso anche Tony Falcone,  che ha patteggiato la pena, si sarebbe resa responsabile di dieci colpi ai danni dei distributori di carburante e rivendite di tabacchi tra la provincia di Lecce e Brindisi. Tra i furti addebitati, quelli di autovetture, le stesse che sarebbero poi state utilizzate per le spaccate dopo aver modificato le targhe,  e circa 400 paletti sottratti dalle campagne del brindisino, utilizzati per la coltivazione dei vigneti, per ricavarne metallo da immettere sul mercato nero. Tra il materiale rinvenuto dalla polizia, anche due mezzi sottratti nei pressi del mercato ortofrutticolo del capoluogo salentino, e poi restituiti ai legittimi proprietari.

Durante l’attività investigativa che condusse il personale della questura allo smantellamento del gruppo, organizzato con un puntuale organigramma  nel quale le donne ricoprivano prevalentemente i ruoli di autiste e coordinatrici, è stato anche scoperto un enorme kit per lo scasso composto da mazze ferrate e guanti, utili per impossessarsi della refurtiva, riutilizzata come “cavallo di ritorno”: per riappropriarsi del maltolto, i titolari erano, infatti, costretti a concedere denaro.

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