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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Tricase

Commercianti sotto la morsa di usura ed estorsione, condannato

Sei anni e 8 mesi di reclusione: è questa la condanna nei confronti di Salvatore Peluso, 50enne di Tricase. I giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Lecce hanno però escluso l'aggravante delle modalità mafiose

LECCE – Sei anni e 8 mesi di reclusione, è questa la condanna emessa nei confronti di Salvatore Peluso, 50enne originario di Tricase accusato di usura ed estorsione. I giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Lecce (presidente Roberto Tanisi) hanno però escluso l’aggravante delle modalità mafiose. Nella scorsa udienza il pubblico ministero Alessio Coccioli aveva chiesto per l’imputato, difeso dagli avvocati Luigi Piccinni e Marco Ruta, che ha discusso oggi la posizione del suo assistito, una condanna a nove anni di reclusione.

Peluso, attualmente in carcere, fu arrestato nel gennaio del 2010 dai carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Lecce su ordinanza di custodia cautelare. In carcere finirono anche altre due persone, assolte poi in appello.

A dare avvio alle indagini furono le denunce presentate, a partire dal 2 settembre 2008 sino al settembre 2009, da un commerciante di 28 anni di Tricase, titolare di una ditta di articoli per ufficio e per la scuola, che, dal 2006, trovandosi in difficoltà economiche, aveva accettato il prestito di 5 mila euro da uno degli arrestati, venendo poi costretto a versare, sino all'estinzione del debito, 500 euro mensili quali interessi, pari al 120 per cento annui. In queste condizioni era diventato sempre più difficile restituire il capitale e così il commerciante era stato costretto a rivolgersi agli usurai, per negoziare alcuni assegni postdatati, facendo così scattare nuovi prestiti a tassi usurari. Nel caso in cui, alla scadenza mensile non fosse stata versata la "rata", evento che si sarebbe verificato più volte, la vittima aveva altri 10 giorni di tempo per pagare, con un incremento pari al 25 per cento (900 per cento su base annua).

DSC01044-2Un’altra presunta vittima di Peluso sarebbe stato di un impiegato di 57 anni che, con i suoi familiari, aveva avviato un'attività di ristorazione nella località balneare di Santa Maria di Leuca. Nei confronti  di Salvatore Peluso è stata anche ipotizzata l'accusa di estorsione, per le minacce attuate nei confronti delle vittime, “finalizzate ad ottenere ingiusti profitti consistiti negli interessi usurari”. All’imputato, già condannato per associazione di tipo mafioso, veniva contestata l'aggravante delle modalità mafiose, “per aver commesso i delitti con modalità operative consistite nell'evocare referenze criminali a sostegno delle richieste di pagamento”, riferendosi a stretti rapporti con il clan "Padovano" di Gallipoli, imponendo così, alle parti lese, una condizione di assoggettamento e di omertà. Un'ipotesi che non è stata ritenuta valida dai giudici.

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