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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Aggressione alla donna milanese, per il 38enne nigeriano 4 anni e sei mesi da scontare

Era il 22 febbraio scorso quando una 66enne di origini meneghine, ma residente nel capoluogo salentino, fu aggredita da un uomo che la sorprese alle spalle. Le sue grida richiamarono i passanti, poco dopo si procedette al fermo

LECCE – Una terribile aggressione a poche decine di metri da Porta San Biagio, uno degli accessi al centro storico del capoluogo salentino. In un freddo e piovoso pomeriggio d’inverno, era il 22 febbraio scorso, la storia di una donna di 66 anni, milanese d’origine ma da alcuni mesi residente a Lecce, si è incrociata con quella di un 38enne nigeriano,  in un incubo difficile da dimenticare. 

L’uomo, infatti, (inizialmente identificato come Abdel Sahid Khal e poi come Ndyoya Ngambia Valery Franklin) approfittando dell’oscurità, dopo averla afferrata alle spalle, la scaraventò per terra, trascinandola dietro alcuni cassonetti. Il 38enne, preso da una furia incontenibile, iniziò a strapparle i vestiti di dosso. A salvarla sono state le sue stesse urla. Quelle grida disperate hanno richiamato alcuni passanti che prontamente si sono diretti verso l’aggressore che da predatore è divenuto preda. Diversi testimoni hanno scorto l'assalitore e hanno indicato la via di fuga a una gazzella dei carabinieri, fiondatasi in pochi minuti sul posto. 
 
Una perlustrazione in zona e l'uomo è stato riconosciuto e fermato. Era confuso e agitato. Diversi sono stati gli indizi raccolti, nel corso di un'indagine tanto meticolosa, quanto rapida. A partire dalle indicazioni della stessa vittima, che ha fornito molti dettagli fisici e sull'abbigliamento del 38enne africano, spiegando anche di essere stata seguita di soppiatto fin da Porta San Biagio, ma di non aver subito colto le intenzioni di quell'uomo. Prezioso si è rivelato anche il contributo di alcuni testimoni, in particolare di due passanti. Ma, d'altro canto, la stessa donna, quand'era ancora in via XX Settembre, con il volto tumefatto, soccorsa da paramedici del 118, prima di essere trasportata in ospedale per accertamenti, ha riconosciuto il suo aggressore, mentre questi era chiuso all'interno dell'auto dei carabinieri.
 
Oggi la giustizia ha chiuso il primo capitolo di questa triste vicenda. L’imputato, assistito dall’avvocato Carlo Gervasi, è stato condannato a 4 anni e sei mesi di reclusione. I giudici hanno riconosciuto una parziale incapacità di intendere e di volere legata alla dipendenza da alcol e sostanze stupefacenti. Al Comune di Lecce, che si era costituito parte civile (con l’avvocato Tiziana Bello) in segno di solidarietà e vicinanza alla vittima della brutale aggressione, è stato riconosciuto un risarcimento di 5mila euro. 
 
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