Condannato un operaio per violenza sessuale in un villaggio turistico

LECCE - Alle prime luci del giorno, ubriaco, si sarebbe introdotto in un bungalow di un villaggio turistico a Mancaversa (marina di Taviano) e avrebbe approfittato di lei, una giovane studentessa che dormiva, rendendo il suo risveglio un incubo. E’ questa la vicenda, avvenuta il 30 agosto di un anno fa, che si è conclusa oggi con la condanna a cinque anni e tre mesi di reclusione di A.D.T., un operaio 29enne di Latina.

 Il verdetto è stato emesso dai giudici della prima sezione penale del Tribunale di Lecce (presidente Stefano Sernia, a latere i colleghi Sergio Tosi e Alessandra Sermanini), a fronte di una richiesta di sei anni, invocata dalla pubblica accusa, rappresentata dal pubblico ministero Roberta Licci. I giudici hanno inoltre riconosciuto una immediata liquidazione del danno di 10mila euro alla presunta vittima, mentre il resto del risarcimento dovrà essere stabilito in sede civile.

L’imputato si è sempre proclamato innocente. A suo dire, non ci fu alcuna violenza perché il rapporto fu consensuale. Questa la tesi difensiva sostenuta nel processo di primo grado giunto a termine oggi: ubriaco, entra in un bungalow (la porta era aperta), e si siede sul letto, accanto alla ragazza che dormiva; è buio, e non riesce a capire se si tratta dell’amica che cercava; lei si sveglia, si presentano e chiacchierano a lungo fino ad avere un rapporto sessuale, interrotto dai sensi di colpa della ragazza, perché fidanzata, che lo invita ad allontanarsi. E lui non si sarebbe sottratto a questa richiesta.

Certo è che le urla della presunta vittima provocarono l’intervento di alcuni ospiti del villaggio e poi quello dei carabinieri che, qualche ora dopo, fermarono l’operaio (attualmente ai domiciliari).  Non appena saranno depositate le motivazioni della sentenza (entro novanta giorni), l’avvocato difensore Biagio Palamà presenterà ricorso in Appello.