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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Morte del 19enne in discoteca: le analisi escludono l'uso di droga

In una conferenza stampa presso la procura della Repubblica, illustrati gli esiti degli esami tossicologici: il decesso di Lorenzo Toma, avvenuto all'alba di domenica 9 agosto presso il Guendalina di Santa Cesarea Terme, è da attribuire a cause naturali

LECCE – A causare la morte di Lorenzo Toma, il 19enne colto da malore all'alba di domenica 9 agosto dall’interno della discoteca Guendalina di Santa Cesarea, è stata la malformazione congenita di cui era affetto.

Un decesso per cause naturali dunque, causato da una cardiomiopatia ipertrofica, una patologia cardiovascolare che può portare a fibrillazione ventricolare e a morte improvvisa già in giovane età. A fugare ogni dubbio l’esito degli esami tossicologici, che hanno stabilito che il ragazzo non aveva assunto alcuna sostanza stupefacente, né alcol in maniera rilevante. Le analisi, eseguite su sangue, urine e contenuto gastrico, sono state condotte dalla consulente Cosima Mongelli su delega del medico legale Alberto Tortorella.

Secondo quanto accertato dagli esperti della Procura della Repubblica di Lecce, del fascicolo è titolare il sostituto procuratore Stefania Mininni, si è trattato di una morte naturale che sarebbe potuta accadere in qualsiasi luogo, come ha spiegato il procuratore Cataldo Motta in un incontro con la stampa avvenuto all’ora di pranzo.

Una tragica fatalità quella che ha spezzato la vita di Lorenzo, che ha trovato la morte al culmine di una tranquilla nottata trascorsa con gli amici. Bisognerà ora attendere il deposito della consulenza finale del medico legale e poi il fascicolo sarà, con ogni probabilità, archiviato. Esclusa, infatti, anche ogni possibile responsabilità legata ai soccorsi.

Domani sera il Guendalina riaprirà i battenti. La direzione ha già fatto sapere che la serata finirà tassativamente alle 4 e che la somministrazione di alcol non potrà avvenire oltre le 3. Proprio gli sforamenti riguardo all’orario di chiusura e della capienza massima (per tutti i locali) sono al vaglio di prefettura e questura, che in caso di violazioni potrebbero adottare provvedimenti. La Procura, con le forze dell’ordine, vigilerà sull’eventuale attività di spaccio e consumo di droghe all’interno. Se si dovesse accertare che un locale è un ritrovo abituale di consumatori di sostanze stupefacenti, scatterebbero provvedimenti di natura penale. 

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