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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Scorrano

Frantoi del Salento nel mirino del Noe: denunce e sequestri per gestione anomala dei rifiuti

I carabinieri del Nucleo operativo ecologico hanno eseguito controlli nelle tre province confinanti del Tacco. Nel territorio leccese sono incappati nelle verifiche tre frantoi, sottoposti a sequestro per mancato rispetto della normativa ambientale: i sigilli a Scorrano, Copertino e San Cassiano

SCORRANO - I carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Lecce, nell’ambito di un attività di monitoraggio sulle aziende olearie, disposta dal comando dei carabinieri per la tutela dell’ambiente di Roma, hanno effettuato numerose ispezioni presso impianti nelle  province di Lecce, Brindisi e Taranto. I controlli effettuati da parte dei militari, coordinati dal maggiore Nicola Candido, hanno riguardato un totale di 30 aziende, hanno permesso di contestare le seguenti violazioni anche nel Tacco.

A Scorrano,  infatti, presso un frantoio oleario, è stata sottoposta a sequestro un area di circa 500 metri quadrati, sulla quale era stato realizzato un deposito incontrollato di rifiuti speciali costituiti da ferro, plastiche, rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, legno e onduline in eternit: il tutto proveniente da un’attività di manutenzione delle attrezzature meccaniche e del fabbricato. E non è tutto. Anche a Copertino, il legale rappresentante di un frantoio oleario è stato sanzionato amministrativamente per aver effettuato l’utilizzazione agronomica della acque di vegetazione delle olive su alcune particelle di terreno in assenza della necessaria comunicazione al sindaco.

Non è andata diversamente a San Cassiano, dove è stata sottoposta a sequestro un area di circa 2000 metri quadrati sulla quale era stato realizzato un deposito incontrollato di rifiuti speciali: tra questi sanse semiliquide frammiste al pietrisco ed ai fanghi provenienti dalla decantazione delle acque di vegetazione e terreno che provocavano anche emissioni maleodoranti. Complessivamente sono state quindi segnalate alle competenti procure ed altre autorità amministrative sette individui residenti nelle tre province.  

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