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Cronaca Copertino

Truffa col gasolio, stragista Vantaggiato e sua (ex) moglie nei guai per calunnia

Per il torto subito dal copertinese, ora all'ergastolo, si sono innescati episodi culminati nella terribile strage davanti alla "Morvillo Falcone". L'imprenditore Parato è stato condannato, ma è stato tirato in ballo anche un carabiniere. E intanto si scopre in udienza che i due si sono separati

BRINDISI – Giovanni Vantaggiato, il 70enne di Copertino reo confesso per la strage della scuola “Morvillo Falcone” di Brindisi, e Giuseppina Marchello, sua (ex) moglie, sono stati rinviati a giudizio per calunnia ai danni del maresciallo dei carabinieri Sebastiano Fiorita, all’epoca in cui risalgono i fatti in servizio presso la stazione dell’Arma di Torre Santa Susanna.

La vicenda riguarda un periodo precedente alla strage, avvenuta la mattina del 19 maggio 2012, ma in qualche modo è legata a doppio filo, perché ne rappresenterebbe, per così dire, una sorta d’innesco per reazioni a catena, fino all'atto finale, il più sconvolgente.

La calunnia sarebbe stata consumata durante varie deposizioni nel procedimento per la truffa subita proprio dalla società di carburanti intestata dalla donna, la “Marchello Sas”, per mano di Cosimo Parato, imprenditore torrese. Una truffa per un valore non indifferente: 343mila euro.  

Parato, non solo è stato denunciato e poi anche condannato, con sentenza confermata in appello l’8 marzo scorso, ma ha subito anche un attentato con esplosivo collocato sulla sua bicicletta, avvenuto nel febbraio del 2008 in cui è rimasto gravemente ferito. Attentato, inutile dirlo, messo in atto sempre da Vantaggiato, che ha dimostrato di avere notevole dimestichezza con la fabbricazione di ordigni esplosivi con attivazione a distanza.

Non pago della giustizia che alla fine gli ha dato comunque ragione, e nemmeno di aver quasi ucciso il suo rivale, che ha riportato danni permanenti, il copertinese anni dopo ha poi ideato e messo in atto anche il terrificante attentato contro la scuola.

Un atto dimostrativo, questo, contro uno stabile collocato proprio davanti al Tribunale di Brindisi (obiettivo toppo difficile da colpire) in cui ha perso la vita a 16 anni l’incolpevole Melissa Bassi, studentessa di Mesagne, e sono rimasti feriti diversi altri giovani.

Ebbene, Giovanni Vantaggiato, condannato all’ergastolo e con un processo d’appello appena avviato, ma prospettive nulle o quasi di abbandonare il carcere, e Giuseppina Marchello, secondo gli inquirenti, nel corso del processo per il torto subito, nell’indicare le responsabilità “con deposizione all’udienza del 7 aprile 2011 e del 6 ottobre 2011 quali persone offese innanzi al Tribunale di Brindisi” avrebbero additato proprio il militare in qualità di co-artefice con Parato.

Ovvero, “Sebastiano Fiorita, all’epoca dei fatti militare dell’Arma in servizio a Torre Santa Susanna – a loro avviso -, era stato autore di una truffa da oltre 300mila euro consistita nell’ordinare gasolio per un valore pari alla somma indicata e nel farsi garante del pagamento effettuato da Parato con assegni post datati risultati incapienti”. Deposizione analoga è stata rilasciata, ma questa volta dal solo Vantaggiato, anche durante il processo per la strage di Brindisi.

Al termine dell’udienza, Vantaggiato è stato rinviato a giudizio. Il processo si aprirà il prossimo 4 dicembre. Giuseppina Marchello ha scelto invece il rito abbreviato. Sarà processata il 16 gennaio del 2015. Il maresciallo s’è costituito parte civile.

Durante l’udienza di oggi, però, dall’esito quasi scontato, è emerso anche il particolare inedito della separazione ormai avviata dalla coppia. La quale segue un’altra istanza, quella presentata dalle due figlie di Vantaggiato, Serenella e Veronica, che hanno chiesto di cambiare cognome. Istanza giudicata meritevole di essere accolta. Come dire, ormai attorno allo stragista è stata fatta terra bruciata. La famiglia ha preso concretamente le distanze da lui. 

Da Brindisireport.it 

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