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Cronaca

Coppia fuori città per il figlio gravemente malato, i ladri mettono casa a soqquadro

Una vicenda che indigna e di cui omettiamo molti dettagli a tutela delle vittime, ma che deve far riflettere in primis chi legifera. Pene superficiali rispetto al danno che il cittadino subisce

LECCE – I proprietari di quell’appartamento sono fuori da lungo tempo. Né, forse, possono rientrare subito in città per prendere visione dei danni, fare un inventario completo, capire cosa sia sparito. E non è certo la villeggiatura di ricchi pensionati annoiati, né si tratta di ferie prolungate di imprenditori che hanno soldi da gettare al vento e che hanno unito il Natale al Carnevale.

Dietro c’è una storia molto triste. E’ quella di una coppia di genitori che sta accudendo in queste ore un figlio gravemente malato. E’ ricoverato fuori provincia. Ecco perché, e lo dichiariamo subito, ometteremo intenzionalmente ogni dettaglio utile a rendere in qualche modo riconoscibile la loro identità. Non indicheremo la via esatta, né il quartiere di Lecce, tantomeno la professione e l’età delle vittime di una delle tante intrusioni dei soliti, striscianti “topi d’appartamento”. Che questa volta lascia l’amaro in bocca più del solito. Parla il retroscena più di ogni altra cosa.

E' però una vicenda che, seppur deprivata di ogni particolare per tutelare, in questo caso più che mai, la riservatezza di una famiglia che già si può immaginare turbata di fronte alla sofferenza di un figlio e ora anche sotto scacco per un furto probabilmente ingente, avvertiamo l’urgenza di raccontare, dopo averla verificata con fonti più che attendibili.

La lecita speranza, infatti, è che l’onda lunga dello sdegno, alla fine, travolga anche i legislatori e s’inizi a rivedere il quadro normativo generale, maturando l’idea d’infliggere pene una volta per tutte davvero severe per chi viola l’intimità altrui infilando mani sporche di crimine fra cassetti e armadi, rubando a volte oggetti che superano il valore commerciale, perché rappresentano i ricordi di una vita intera. Immaginarsi, allora, di fronte a un caso simile, quanta importanza possano rivestire i ricordi. Sono nello stesso momento il segno della vita che fluisce e del tempo che si ferma sui momenti felici.  

Il cittadino, e lo leggiamo spesso nei commenti dei nostri stessi lettori, è stanco di sapere che le volte in cui le forze dell’ordine riescano a soprendere in flagranza qualcuno di questi soggetti, troppo spesso se la cavino con poco, magari con un soggiorno immediato ai domiciliari, a godersi pranzo e cena davanti alla tv. Per poi prendersi pure qualche minuto di “evasione” per un digestivo al bar. Il cittadino è stufo di leggere di condanne miti o con pena sospesa, rivedendo certi ceffi in circolazione dopo pochi mesi (se non settimane), senza nemmeno una punta di rimorso per le loro "imprese". Probabilmente, i primi a non averne più per questa situazione, sono gli stessi poliziotti e carabinieri che fanno i salti mortali per riuscire ad ammanettarli.        

Indicheremo, dunque, solo le circostanze di tempo e qualche altro particolare. La scoperta risale al primo pomeriggio di ieri. Alle 14,30 circa. Una vicina s’è accorta che nell’abitazione al terzo piano di una palazzina c’era qualcosa di anomalo. Ha notato, infatti, una grata di legno rotta (quella per sorreggere le piante) e la porta-finestra del soggiorno aperta. Ha così avvisato un parente rimasto a Lecce, che subito s’è recato per un sopralluogo. Ed è stato facile capire che c’era stata nelle ore precedenti un’intrusione dal balcone. Ma è difficile dire esattamente quando. Forse tutto è avvenuto con il favore delle tenebre. Di certo, ladri così abili da riuscire a entrare e uscire arrampicandosi fra tubi e ballatoi come epigoni di un Uomo Ragno votato alla delinquenza.

La polizia ha svolto un primo sopralluogo, ma per indagini approfondite bisognerà attendere una lista degli oggetti eventualmente sottratti. Gli interni, però, sono apparsi del tutto a soqquadro e questo significa che i ladri hanno avuto tutto il tempo di rovistare pure negli angoli più remoti. Hanno agito con relativa tranquillità. E la cosa agita e addolora. Sapevano delle vicissitudini? O è stato un colpo di fortuna? Hanno semplicemente subodorato l’assenza di persone in casa, magari dopo vari appostamenti, senza sapere nulla dei drammatici motivi?

Domande che forse non troveranno mai una risposta. Resta solo una grande, profonda, indescrivibile indignazione. Si spera giusto che non sapessero nulla. Che, nella loro incorreggibile malafede di ladri patentati, fossero in "buona fede" sul resto.

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