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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Corigliano d'Otranto

Molino Tandoi in ginocchio dopo furto per 600 mila euro. Rischia di saltare l’ultima commessa

Il furto è avvenuto nella notte fra domenica e lunedì. Sottratte le "trafile" indispensabili per la produzione della pasta: il danno economico rischia di far perdere anche l'ultima commessa di Agea. Tempi bui per trentaquattro dipendenti per cui si spalancano le porte della mobilità. Indagini in corso

CORIGLIANO D’OTRANTO – Piove sul bagnato in casa Tandoi. Sullo storico molino di Corigliano D’Otranto, già messo in ginocchio dalla crisi di commesse, nelle ultime ore s'è abbattuta la scure di un furto milionario che potrebbe comportare la definitiva chiusura dello stabilimento.

I malviventi, la cui identità rimane ancora un’incognita, hanno trafugato macchinari indispensabili alla produzione della pasta per un valore complessivo di 600 mila euro. Nello specifico si parla di circa 200 quintali di accessori utili per la trafilatura del prodotto, ovvero per realizzare i formati di pasta che venivano commercializzati sul mercato con i noti marchi “Pedone” ed “Ambra”. Pezzi difficilmente sostituibili, hanno commentato i dirigenti aziendali, poiché certificati e incompatibili con ogni tipologia di macchinario.

Il costo per l’acquisto di nuove “trafile” peraltro è insostenibile per le magre tasche della società. Ed il furto potrebbe compromettere anche il completamento dell’ultima commessa rimasta nel portafoglio clienti del molino. Nel mese di luglio, infatti, Tandoi si era aggiudicato un bando pubblico per la produzione di derrate alimentari da destinare ai Paesi del Terzo Mondo, per tramite di Agea, l’agenzia nazionale per l’erogazione in agricoltura. Quei tre mesi di lavoro si erano spalancati davanti agli occhi dei dipendenti come un piccolo lumicino acceso nel buio pesto della crisi.

Ora che è tutto da rifare, le speranze di nuova ripresa della produzione sono più fiacche che mai. Di fronte al bizzarro furto i fratelli Filippo ed Adalberto Tandoi non possono che alzare le braccia la cielo, pensando a come rimboccarsi le maniche. I carabinieri della compagnia, dopo la denuncia formalizzata nella giornata di ieri presso la stazione di Corigliano, si sono messi immediatamente al lavoro.

Le indagini partiranno con le acquisizioni delle immagini catturate dai dispositivi di sorveglianza adottati nella zona artigianale di Corigliano, ed in particolare quella della vicina di casa, l’azienda “Micro”. Il molino Tandoi, infatti, è risultato sprovvisto di telecamere di sorveglianza. Così come gli stessi macchinari trafugati non sono coperti d'assicurazione.

IMG-20141008-WA0002-2A monitorare gli ingressi in azienda ci hanno pensato, per un paio di settimane, gli stessi dipendenti che da metà settembre avevano allestito un presidio di protesta permanente. Si tratta di 34 lavoratori che, terminato il periodo di ferie obbligatorie, stanno rapidamente scivolando verso la mobilità. Al di là del furto, la loro disposizione d’animo era già quella di chi sta per perdere il proprio posto di lavoro. E forse per sempre.

La stessa proclamazione dello stato d’agitazione, precisa Antonio Gagliardi di Flai Cgil, aveva “frenato e scoraggiato i responsabili dell’agenzia Agea”. “I dipendenti del molino hanno accettato di sciogliere il presidio nei primi giorni di ottobre, in seguito ad un incontro che si è tenuto in prefettura”, aggiunge il sindacalista, ricostruendo le tappe di una vertenza complessa.

Le competenze rivendicate dalle maestranze, infatti, sono numerose. “Tandoi non versa i contributi per il Tfr sul fondo complementare Alifond da ben tre anni – spiega il sindacalista – e stiamo ancora rivendicando l’applicazione di un accordo stipulato a luglio sulle competenze relative alle ferie mai fruite”.

All’appello mancano anche cinque mensilità di stipendio (da febbraio a giugno 2014) che dovevano essere coperte dalla cassa integrazione in deroga. Ma, stando a quanto dice Gagliardi, “la richiesta di accesso agli ammortizzatori verrà respinta dalla Regione Puglia: stiamo solo aspettando la comunicazione ufficiale”.

Sul pagamento degli arretrati esiste, comunque, un accordo di massima. Se ne riparlerà a breve presso la sede di Confindustria Lecce: il contenzioso potrebbe essere risolto mediante un accordo transattivo, anche se la Flai Cgil “non intende mercanteggiare sull’erogazione totale del trattamento di fine rapporto”. In questo marasma, tuttavia, è rimasta una porta socchiusa: quella che permetterebbe l’ingresso di nuovi imprenditori nel sito produttivo di Corigliano. Voci di corridoio parlano di un primo cittadino, Ada Fiore, molto attivo in questa direzione.

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