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Cronaca Cursi

Cripta di Cursi, nei guai direttore lavori e tecnici

Denunciati dalla guardia di finanza il professionista e due tecnici. Il primo per truffa, gli altri per falso. La ditta avrebbe inoltre eseguito lavori di scavo distruggendo parzialmente un silos

CURSI - Gli attivisti dell'associazione GenerAzione che ieri ave-vano organizzato un presidio sotto la sede della Procura di Lecce per testimoniare "l'amore per le istituzioni e per i beni culturali ed ambientali del nostro territorio", sapevano che i loro esposti sui lavori-scempio ai danni dell'antico monumento medievale erano al vaglio dei magistrati, ma forse non erano a conoscenza che la Guardia di finanza di Maglie aveva egregiamente concluso l'attività d'indagine proprio sulle opere di realizzazione del nuovo polo museale nei pressi di un sito archeologico di Cursi.

Ed infatti, le Fiamme gialle hanno denunciato il direttore dei lavori e due responsabili del procedimento. Per il primo l'ipotesi di reato è di truffa, per gli altri falso.

Le indagini hanno permesso di appurare che il tecnico aggiudicatario dell'appalto aveva richiesto, ed ottenuto, il pagamento di un compenso professionale diverso da quello indicato nel contratto di appalto in sede di aggiudicazione dell'incarico.

In particolare, il professionista, secondo quanto emerso dall'indagine dei finanzieri, aveva presentato al Comune di Cursi una parcella che, con l'aggiunta dell'Iva e degli oneri contributivi, superava l'importo a base d'asta, contravvenendo così a quanto inizialmente previsto dalla gara d'appalto. E questa irregolarità non sarebbe poi stata rilevata dai responsabili del procedimento, i quali ne ravvisavano, invece, che tutto era nella norma.

I militari hanno pertanto denunciato all'autorità giudiziaria il tecnico direttore dei lavori per il reato di truffa ed i due responsabili del procedimento per il reato di falso. Inoltre, da sopralluoghi eseguiti presso il cantiere, è stato accertato che l'impresa esecutrice dei lavori di scavo ha intercettato e parzialmente distrutto un silos medievale, tenendo all'oscuro dell'accaduto la Soprintendenza per i Beni Archeologici di Taranto.

Per tale situazione, il legale rappresentante dell'impresa è stato denunciato alla Procura per distruzione di beni archeologici ed e-secuzione di ricerche archeologiche senza le previste autorizzazioni.

I danni, secondo gli attivisti di GenerAzione, consisterebbero nello sfondamento "in ben quattro punti della volta in pietra per l'apertura di lucernai in acciaio e cristallo" e nella realizzazione di "scalinata di accesso in cemento armato, scavando nelle adiacenze della cripta e sfondando lateralmente una parete dell'ipogeo" (https://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=24513).

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