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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Esplodono i botti di fine anno e un cucciolo muore davanti agli occhi dei suoi padroni

Diana, una cagnolina di appena undici mesi, è morta per un infarto dovuto ai fuochi della Notte di san Silvestro. Si trovava all’interno di un appartamento assieme alla famiglia che l'aveva adottata

LECCE- Un cucciolo di Maremmano muore a causa dei botti di fine anno. È successo a Lecce nella notte di San Silvestro. Nel clou dei festeggiamenti, tra fuochi e petardi nonostante il regolamento di polizia locale cittadina, a carattere permanente, che li vieta espressamente, in un appartamento la piccola Diana si è accasciata davanti agli occhi increduli dei suoi padroni.

Il piccolo pastore abruzzese, di soli undici mesi, era stato da poco adottato da una famiglia. Ma a nulla sono valse le cure dei suoi compagni perchè, quando, spaventata a causa dei botti di Capodanno, il suo cuore non ha retto e un infarto l’ha portata via dall’affetto dei suoi cari. Rabbia e sgomento non solo da parte di coloro che se ne erano presi cura con amore, ma anche di tanti utenti Facebook che si sono imbattuti nel malinconico post della padrona di Diana.

“Molte persone credono – afferma Giuseppe Albanese, presidente dell'associazione Ata pc (Associazione tutela animali e protezione civile, ndr) Lecce –  che quando le associazioni animaliste si battono per l'abolizione di questa, ormai, "becera" pratica di festeggiare l'arrivo del nuovo anno con botti e fuochi d'artificio, lo facciano per partito preso, purtroppo non è così e la morte di Diana ne è un esempio. In molte città– continua Albanese – ormai vanno di moda le ordinanze contro i botti di fine anno ma, fino a quando queste ordinanze non verranno realmente applicate, non serviranno a nulla. A nostro avviso, non basta fare un'ordinanza per vietare i botti, che già sono vietati perché illegali, ma occorre varare una legge nazionale che abolisca definitivamente questa pratica, perché gli animali hanno il diritto a non morire a causa dei botti di Capodanno. Vietare non basta, occorrono controlli seri e sanzioni mirate. La nostra Associazione– conclude Giuseppe Albanese – si batterà con tutte le sue forze affinché questa "usanza" possa essere debellata, appellandosi al diritto alla vita di tutti gli esseri viventi e lo faremo in memoria della piccola Diana”.

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