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Cronaca Cutrofiano

Scarpe rubate finivano a Cutrofiano, cinque arresti per ricettazione

Un'intera famiglia e i loro collaboratori nei guai. Le calzature scoperte nel Salento provenivano soprattutto dalle Marche, ma anche dal Veneto. E ora si cercano gli autori materiali dei furti

ASCOLI PICENO – L’inchiesta è nata da una serie di furti avvenuti nel distretto calzaturiero della provincia di Ascoli Piceno e, seguendo le orme (è davvero il caso di dire...) ha condotto gli investigatori verso il Salento, in particolare nella zona di Cutrofiano, comune in cui risiede la maggior parte degli indagati. In cinque, oggi, sono così finiti in manette con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla ricettazione.

Fernando Russo, 55 anni, Antonio Fuso (57) e Antonio Martina (40, l’unico di Lizzanello) sono finiti in carcere. La moglie di Russo, Antonella Sanzico, 50enne e la sorella del primo, Elena Russo, di 48 anni, si trovano invece ai domiciliari. Si tratta di imprenditori e loro collaboratori noti nella zona di Cutrofiano proprio per l’attività nel commercio di scarpe, ma in diversi casi, proprio come in quello di Fernando Russo, anche con precedenti.   

L’operazione, ribattezzata “Easy Shoes”, è stata condotta dai carabinieri di Fermo e del Nucleo investigativo di Ascoli Piceno, ma il fascicolo, per motivi di competenza territoriale, è finito nelle mani della Procura di Lecce. E qui il pm Roberta Licci, concordando con gli esiti investigativi, ha richiesto la misura cautelare per i cinque indagati, concessa dal gip Carlo Cazzella.

Secondo quanto accertato dagli inquirenti, il gruppo sarebbe stato specializzato nel ricettare calzature di lusso provenienti da furti avvenuti in particolare nelle Marche e in un caso nella zona di Verona.

Le perquisizioni si sono svolte sia in provincia di Lecce, con la collaborazione del Reparto operativo locale, sia in quella di Caserta, dove evidentemente volge un’altra parte dell’inchiesta che potrebbe condurre verso altri filoni. Basti pensare che al momento mancano all’appello proprio coloro che hanno materialmente commesso i furti.  

L’inchiesta è nata dalle ingenti sottrazioni di scarpe subite da ben sei calzaturifici marchigiani: Errebi e Brake di Sant’Elpidio, Gi.Ma Fashion Group e Rodolfo Zengarini di Montegranaro, Elisabet di Monte Urano. Tutti eventi ricollegabili, stando ai militari del Nucleo investigativo ascolano, e che avrebbero ricondotto sempre verso Cutrofiano. Qui la merce sarebbe stata ricettata, per essere rimessa in commercio in negozi e mercati locali e non.

Le indagini si sono avvalse anche di intercettazioni telefoniche che hanno consentito di chiarire meglio i ruolo di ogni singolo indagato. Nel mosaico che s’è venuto a formare, Fernando Russo è stato identificato come il promotore degli affari, colui che tesseva i rapporti. Avrebbe, cioè, materialmente, anche incaricato diverse persone al momento da identificare per la commissione dei furti. La moglie Antonella Sanzico, oltre a promuovere e organizzare le attività, si sarebbe occupata anche della gestione delle vendite delle calzature oggetto dei furti all’interno di un negozio di Cutrofiano.

Elena Russo, avrebbe invece avuto il compito di esporsi in prima persona in qualità di legale rappresentante nei casi di rinvenimento o sequestri di calzature da parte dei carabinieri, così da permettere agli altri di proseguire nelle attività. Antonio Fuso, invece, si sarebbe occupato della ricettazione delle calzature di provenienza illecita presso i mercatini settimanali pugliesi. Antonio Martina, infine, avrebbe ricevuto i pagamenti dei clienti del presunto sodalizio criminale, in contanti o su carta prepagata a lui intestata, per poi riversare il denaro agli altri.

Le indagini hanno permesso di svelare anche dove fosse stoccata la merce prima di prendere nuove strade, tanto da trovare ben 800 paia di calzature rubate nel corso di una perquisizione e scoprendo, contestualmente, come fosse riconducibile al presunto sodalizio anche la ricettazione di calzature sottratte ai danni della ditta Mino Ronzoni di Cologna Veneta, recuperando altre 400 paia di calzature. Nelle scorse ore, per tutti, sono così scattate le manette.  

N.B.: Le scarpe nelle foto non sono quelle sequestrate. L'immagine è di repertorio, di un altro sequestro, usata a puro titolo illustrativo.

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