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Cronaca Casarano

Dalla latitanza all'assoluzione per duplice omicidio, la storia criminale di Potenza

Quello di Augustino Potenza, assassinato a 42 anni in un agguato a Casarano, è un nome noto alle cronache giudiziarie

LECCE – Quello di Augustino Potenza, assassinato a 42 anni in un agguato a Casarano, è un nome legato alla storia criminale del Salento. Ritenuto a lungo dagli inquirenti una figura di spicco della Sacra corona unita e luogotenente del boss Vito Di Emidio (alias Bullone), Potenza fu arrestato dai carabinieri nelle campagne fra Matino ed Alezio il 23 ottobre del 2006 dopo quasi un anno e mezzo di latitanza, mentre stava ritirando, a bordo di una moto rubata, oltre 100mila euro. Il latitante era sfuggito il 23 luglio del 2005 al blitz antimafia scaturito dalla dichiarazioni dello stesso Di Emidio, divenuto collaboratore di giustizia.

Potenza era stato condannato in primo e secondo grado all’ergastolo per l’omicidio dei coniugi Fernando D’Aquino e Barbara Toma, freddati a colpi di kalashnikov il 5 marzo del 1998 in una masseria sulla provinciale per Collepasso. Nel giugno del 2012 la Corte di Cassazione aveva annullato la sentenza nei confronti dell’imputato (assistito dall’avvocato Luigi Covella), stabilendo che un nuovo processo fosse celebrato a Taranto. Poco dopo aveva (non senza polemiche) lasciato il carcere per decorrenza dei termini di custodia. A luglio del 2014 la Corte d’assise d’appello di Taranto aveva assolto Potenza per il duplice omicidio. Sentenza poi diventata definitiva. 

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