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Cronaca

Detenuto morto dopo sciopero della fame, ispezione ministeriale e 15 indagati

Sulla morte del 39enne rumeno Virgil Cristria Pop, avvenuta nei giorni scorsi, il ministro della Giustizia, Paola Severino, ha disposto un'indagine ispettiva nell'istituto penitenziario salentino. Il detenuto è spirato in ospedale

 

ROMA – Sulla morte del 39enne rumeno Virgil Cristria Pop, il ministro della Giustizia, Paola Severino, ha disposto un'indagine ispettiva nel carcere di Lecce. Lo rende noto il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria in una nota. Il 39enne è spirato nella notte fra il 12 e il 13 maggio, dopo essere giunto in gravi condizioni nell’ospedale “Vito Fazzi” del capoluogo. Da sette settimane aveva intrapreso uno sciopero della fame ad oltranza, sostenendo  di essere innocente e volendo parlare con un magistrato. Intendeva richiedere la sospensione della pena. L'indagine sarà svolta dall'Ufficio ispettivo del Dap.

Originario di Bucarest, presente in Italia da tempo, il 39enne aveva accumulato una serie di condanne, divenute definitive, per reati conto il patrimonio e la persona, avendo messo a segno, secondo quanto accertato dagli inquirenti, diversi furti e rapine. Era in carcere dal 2000 e la sua pena sarebbe terminata nel 2018. Un tempo infinito, passando da diverse carceri italiane, fino a raggiungere Borgo San Nicola, nel capoluogo salentino.

Virgil Cristria Pop era arrivato a Lecce a gennaio, dopo aver sostato nel penitenziario di Benevento ed essere stato, in precedenza, anche ad Avellino. Negli ultimi tempi sembra che le forze lo stessero abbandonando del tutto. Secondo quanto raccontato all’Ansa dal dirigente sanitario del carcere di Lecce, Sandro Rima, poco prima di essere ricoverato, mentre era nell'infermeria del carcere “ha preso l'ago della flebo che gli era stata somministrata per tentare di dargli un po' di forze e se lo è strappato dal braccio. Ogni giorno – ha detto nei giorni scorsi Rima - veniva visitato da un medico, da uno psicologo e da uno psichiatra. Abbiamo tentato tutti di dissuaderlo, ma inutilmente. E l'ultima volta si è anche sfilato l'ago della flebo. Era intenzionato a continuare nella sua protesta fino in fondo”. Tutto questo non può che aver contribuito a fiaccare il fisico sempre di più.  

Dopo il decesso, la vicenda è passata in mano alla magistratura, avvisata dalle autorità ospedaliere. Ed è stata aperta un’inchiesta d’ufficio. Il sostituto procuratore Carmen Ruggiero ha acquisito cartelle cliniche e documentazione sanitaria del carcere e questa mattina ha iscritto nel registro degli indagati quindici persone con l'ipotesi di reato di omicidio colposo. Si tratta di vari medici che ruotano attorno alla struttura carceraria. L’autopsia è stata affidata al medico legale Ermenegildo Colosimo e si svolgerà domani mattina. 

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