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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

"Dibattito su Cerano, perché Lecce rimane esclusa?"

Antonio Maniglio al presidente Pellegrino: "L'inquinamento della centrale interessa anche il Nord Salento: non si può restare al di fuori dagli incontri istituzionali con l'Enel"

Cerano sarà anche in provincia di Brindisi, ma non per questo Lecce deve essere tagliata fuori da certe decisioni. La salute è di tutti e poi, meglio non dimenticarlo: la distanza fra una provincia e l'altra è talmente irrisoria che le ricadute dell'inquinamento di una parte si avvertono, ovviamente, anche dall'altra. E' questo il succo di una lettera aperta di Antonio Maniglio, capogruppo regionale ai Ds, al presidente della Provincia Giovanni Pellegrino.

"Caro presidente - scrive Maniglio - l'incontro tra Enel, enti locali brindisini e Regione Puglia, in merito alla centrale di Cerano, ha segnato una qualche novità sul tema dell'inquinamento ambientale e della tutela della salute dei cittadini. E tuttavia, nonostante i passi in avanti, il giudizio complessivo è solo in parte soddisfacente".

Già, perché "perché le emissioni di anidride carbonica, che oggi toccano i 15 milioni di tonnellate, saranno ridotte solo del 10 per cento e non del 33 per cento, come chiedevano le istituzioni locali; ben al di sotto, quindi, dei limiti fissati dal governo". E poi anche perché "e questo è particolarmente grave, da questi incontri è escluso il territorio leccese".

"I dati scientifici disponibili da tempo - dice Maniglio - testimoniano tutti un serio e preoccupante impatto ambientale di Cerano sui comuni del Nord Salento. Proprio per questo nei giorni scorsi, in coerenza con quanto fatto negli anni passati, ho depositato in Consiglio regionale un ordine del giorno che impegna la giunta ad allargare l'area a rischio ambientale anche ai comuni del Nord Salento".

"E' impensabile - sostiene Maniglio - che a Torchiarolo o a San Pietro Vernotico ci sia uno sforamento continuo dei limiti previsti per le polveri sottili e che nei comuni limitrofi della provincia di Lecce ciò non accada. Non ci sono barriere geografiche che limitano gli effetti inquinanti degli impianti industriali dell'area di Brindisi".

Dunque: "Penso che la provincia di Lecce, come è accaduto con la presidenza dell'onorevole Giacinto Urso, debba partecipare a pieno titolo all'attività di controllo in materia di inquinamento ambientale e debba essere parte attiva, insieme agli altri enti locali, al tavolo del confronto con l'Enel. Il "Grande Salento" - conclude Maniglio - non può funzionare a corrente alternata. A maggior ragione quando si parla di tutela dell'ambiente e della salute dei cittadini".

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