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Cronaca

Xylella, sequestrati pc di ricercatori. Apom sollecita Comuni inadempienti

Militari della guardia di finanza e agenti del corpo forestale dello Stato hanno prelevato una decina di computer in uso ad esperti universitari e di laboratori privati. Intanto l'associazione dei produttori da ulivi monumentali invita le amministrazioni ad effettuare la ricognizione del fabbisogno delle aziende

LECCE – Agenti del corpo forestale dello Stato e militari della guardia di finanza hanno sequestrato nella giornata di ieri una decina di computer presso l’Università di Bari – Dipartimento di Agraria – e in tre centri di ricerca che si occupano del batterio della Xylella fastidiosa, considerato dall'Unione Europea un patogeno da quarantena.

Come noto, sulla vicenda la procura di Lecce ha aperto un fascicolo per diffusione colposa di malattia delle piante: gli inquirenti stanno cercando di ricomporre in maniera esatta il quadro della situazione e ricostruire i passaggi, con eventuali negligenze e responsabilità, che hanno portato all'attuale emergenza.

Intanto, alla vigilia dell’udienza presso il Tar del Lazio sulla richiesta di sospensione del piano Silletti, il comitato promotore dell’Associazione di produttori da olivi monumentali (Apom) invita le amministrazioni comunali ancora inadempienti a provvedere ad eseguire le disposizioni dell’ordinanza numero 5 del commissario, che prevede la ricognizione del fabbisogno delle aziende olivicole e vivaistiche colpite dal fenomeno del disseccamento rapido dell’ulivo.

Il provvedimento commissariale, datato 17 maggio, concede un mese di tempo ai Comuni, ma ad Apom risulta che solo pochi enti si siano dati da fare. L’appello è dunque di “raccogliere entro il termine perentorio del prossimo 15 maggio le istanze dei produttori, i cui olivi sono colpiti dal disseccamento, pena la non possibilità di veder riconosciuto alle imprese olivicole sgravi fiscali e risorse, evidentemente penalizzando ulteriormente i produttori, nonostante la deroga per l'attivazione del Fondo di solidarietà nazionale da parte del ministero delle Politiche Agricole e forestali e di non poter intercettare i fondi stanziati pari a 11 milioni di euro per gli interventi compensativi a favore dei produttori che hanno subito danni”.

“Non dare seguito, come accade a meno di dieci giorni dal termine stabilito, all’ordinanza da parte di quei Comuni ancora inadempienti significa incidere negativamente sulla salvaguardia dell'olivicoltura salentina e del reddito dei produttori agricoli - dichiara Antonio Stea, tra i co-promotori del comitato Apom - significa attribuire un altro colpo basso al territorio ed ai produttori olivicoli”.

Intanto, il Codacons affila le armi legali e annuncia un'azione collettiva in favore di tutti i soggetti danneggiati dalla devastazione che sta colpendo gli ulivi in Puglia. "Abbiamo deciso di lanciare oggi una costituzione di parte offesa di massa nell’indagine della Procura, in favore di cittadini, coltivatori e proprietari terrieri del Salento, pesantemente danneggiati dalle conseguenze del batterio Xylella", spiega l’associazione.

"Attraverso tale costituzione, infatti, i soggetti lesi dalla distruzione degli ulivi potranno avviare l’iter per ottenere il giusto risarcimento dei danni materiali e morali subiti, nei confronti di coloro che saranno ritenuti responsabili della diffusione della malattia o di eventuali omissioni o negligenze sul fronte della prevenzione".

"A fare le spese dalla grave situazione determinatasi in Puglia non sono solo i coltivatori, ma l’intero Salento e i suoi abitanti, i quali vedono il territorio devastato da Xylella – afferma il presidente nazionale del Codacons, Carlo Rienzi –. Per tale motivo invitiamo tutti i residenti della zona e coloro che possiedono ulivi nelle aree colpite dal batterio ad aderire all’azione risarcitoria, inviando una mail all’indirizzo info@codacons.it, per ricevere tutte le istruzioni sulla costituzione di parte offesa".
 

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