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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Via Vecchia San Cesario

Discariche abusive in città, ogni anno non bastano 200mila euro

In Via Vecchia San Cesario un bazar del rifiuto testimonia l'impotenza contro un fenomeno degradante. Sono molti i punti "sensibili". Il Comune stanzia fondi annuali, ma servono a ben poco. Un sistema video come l'ultima risorsa

LECCE - Una discarica assortita di varie "specialità" di rifiuti è in mostra in tutta la sua imponenza in via Vecchia San Cesario, territorio di Lecce, a pochi metri dal rione Aria Sana che appartiene invece al Comune di San Cesario. E' uno dei punti sensibili della periferia amministrativa della città capoluogo, come via Condò - strada per Monteroni - o via Catanzaro - nei pressi di Merine. Se dal punto di vista di tutti i giorni questi confini sono inesistenti, perchè esiste una continuità di fatto che proietta Lecce oltre i limiti delle carte, l'appartenenza all'una o all'altra municipalità diventa fondamentale per la competenza nella raccolta della spazzatura. 

Non si sono parole o espressioni originale per la cronaca di uno scempio sempre uguale a sè stesso, sia nella rappresentazione  visiva che nell'impotenza nell'affrontare il degrado. Perchè l'azienda che si occupa di quella zona della città - assicura il responsabile di area - è intervenuta l'8 novembre per un'operazione straordinaria, una della tante che le due ditte appaltatrici sono costrette a fare con una certa frequenza. Pneumatici, elettrodomestici, giochi per bambini, materassi, materiale di risulta, plastiche e mobili. L'araba fenice risorge dalla sue ceneri. Ed è forte il sospetto che la discarica a cielo aperto sia alimentata da blitz da comuni litrofi oltre che da leccesi che di civico hanno ben poco. 

Solo nel 2011 l'amministrazione comunale ha spesso circa 200mila euro, perchè questi interventi gravano sull'erario comunale al di fuori del contratto di servizio. A breve ci sarà una nuova gara per il 2012. La discarica in questione è stata "ripulita" almeno una volta all'anno negli ultimi tre, ma è uno sforzo vano. E' probabile che l'anello debole della catena sia la mancanza del momento repressivo: ci sono le forze dell'ordine, un'apposita sezione della polizia muncipale, le guardie ambientali, addirittura i "nonni" che in casacca verde battono la città per scongiurare pratiche di inciviltà. Ma non bastano, o forse tendono a percorrere di più le vie del centro, quelle che finiscono nelle cartoline e nelle foto dei turisti. Capita che qualcuno venga colto in flagrante, come accaduto più volte di seguito in via Condò, ma sono in troppi a farla franca. E il lavoro di tante persone viene vanificato da una sproporzione difficilmente colmabile. 

Via Vecchia San Cesario, 3 gennaio 2012

La situazione di emergenza perenne danneggia la città nel suo complesso e non solo dal punto di vista dell'immagine. Interventi strardinari significano spostamenti di personale e così capita che, per coprire una falla, se ne apre un'altra, magari proprio nel cuore della città. A supplire alla carenza cronica di organici e di fondi potrebbe rivelarsi determinante la tecnologia. L'installazione di un sistema di telecamere, per quanto oneroso, potrebbe essere un serio deterrente e comportare economie importanti sul medio lungo periodo. Del resto ce ne sono in tutti gli angoli del centro storico, occhi discreti che fanno i raggi x alla movida e alle auto che varcano la zona "rossa". E altre sono in arrivo, come ha preannunciato lo stesso sindaco, nella zona dell'ex Convitto Palmieri, teatro di una brutale aggressione rimasta ancora senza responsabili.

 

 

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