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Martedì, 19 Marzo 2024
Cronaca Matino

Distacco dell'acqua a Matino. Aqp: "L'abusivismo nuoce a tutti"

L'Acquedotto ha ricostruito le tappe che l'hanno portato alla drastica soluzione. L'avvocato degli inquilini: "Noi avevamo mandato due comunicazioni"

MATINO – Risolto, almeno temporaneamente, il disagio di alcune famiglie di Matino rimaste senza acqua. Si tratta di 28 appartamenti della palazzina Arca Sud di via Cattaneo che ieri hanno subito un distacco definitivo da parte di Aqp. A monte vi è un problema di morosità che riguarda alcuni inquilini, ma il distacco del tronco di adduzione non ha fatto sconti a nessuno. I cittadini hanno protestato vivacemente in strada e l’amministrazione comunale ha tamponato quest’ emergenza proprio ieri sera, mettendo a disposizione un’autocisterna per l’approvvigionamento idrico.

Nel frattempo Acquedotto Pugliese ha inviato una nota per chiarire la sua posizione: “Abbiamo provveduto alla rimozione di un allaccio abusivo, relativo ad una posizione cessata nel dicembre 2015, con un debito di oltre 110 mila euro e riferito a ben 19 fatture inevase, emesse dal 2010 al 2016. Tale azione si è resa necessaria al termine di una lunga serie di atti, proposte di dilazione, tavoli di concertazione, tutti con esito negativo e nonostante la buona volontà dimostrata da questa azienda”.

Queste le principali tappe del contenzioso che hanno portato Aqp alla drastica soluzione: “L’azienda il 14 dicembre 2015, ha dovuto proceduto alla rimozione dell’impianto, salvo poi constatare la presenza di un allaccio abusivo, prontamente denunciato alle autorità competenti. Poco più tardi Aqp ha inviato una comunicazione all’avvocato dell’autogestione, all’Arca, al sindaco, alla prefettura, al comando provinciale e di compagnia dei carabinieri segnalando minacce verbali e fisiche perpetrate ai danni dei propri tecnici finalizzate ad impedire la rimozione dell’allaccio abusivo”.

Nel mese di dicembre 2016, si è svolto presso il Comune di Matino un tavolo tecnico per individuare una soluzione condivisa: l’accordo prevedeva il frazionamento della posizione in più contratti e l’installazione di più contatori, a patto che l'amministratore dell'autogestione presentasse  un piano di riparto del debito e relativo riconoscimento da parte dei richiedenti. Diversamente, così come previsto dalla legge, Aqp avrebbe proceduto alla rimozione dell’allaccio, chiedendo l'ausilio delle forze dell'ordine.

Aqp ha quindi informato il sindaco e Arca che l’autogestione interessata non aveva provveduto a quanto stabilito ed ha segnalato all’avvocato dell’autogestione l’esigenza di acquisire la documentazione concordata nel “tavolo tecnico”. Alla fine, l’azienda ha proceduto - come già anticipato – a rimuovere l’allaccio.

“L’acqua è un bene comune ed il comportamento omissivo assunto da qualcuno è dannoso per l’Acquedotto Pugliese, che svolge la propria attività grazie al corrispettivo per il servizio reso e soprattutto, irrispettoso nei confronti di quegli utenti che onorano con puntualità le fatture, consentendo, di fatto, il servizio anche a chi non onora i suoi impegni”, conclude la nota.

Per parte sua, l’avvocato Maria Greco che difende gli inquilini della palazzina, rende nota la posizione degli assistiti: “Al contrario di ciò che dice Aqp, abbiamo inviato due comunicazioni per mezzo di Pec al funzionario di Aqp, Spedicato, specificando che i singoli inquilini si stavano prodigando per sanare la propria posizione debitoria e avevano allegato le rispettive istanze protocollate in Comune. Ho rappresentato all’azienda che alcuni condomini erano disponibili a collaborare e pagare il debito pregresso suddividendolo  in rate da 200 euro ciascuna, non 500 euro come richiesto dall’Acquedotto. Non riteniamo che sia giusto riconoscere il debito complessivo perché negli anni quegli immobili sono stati occupati abusivamente, da soggetti non titolati che poi sono andati via”.

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