rotate-mobile
Cronaca Gallipoli

Ditta e merce inesistenti: centinaia i truffati via web

Madre e figlio di Gallipoli nei guai per truffa continuata. Una cascata di denunce è confluita in caserma. Fingevano di vendere prodotti elettronici di marca. E c'è chi ha pagato oltre 1000 euro

GALLIPOLI - La società? Di fatto, inesistente. La merce venduta? In sostanza, idem. Madre e figlio, entrambi di Gallipoli, avrebbero raggirato, non senza una certa astuzia nell'ideazione del sistema, tutto basato sul web, ma soprattutto sulla capacità di generare fiducia, tramite un'aura di affidabilità evidentemente piuttosto elevata, centinaia di utenti di ogni parte del Paese, incamerando forti guadagni. Ma sulle loro tracce, quando l'onda è diventata una piena vera e propria, si erano messi da qualche tempo i carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Gallipoli. I quali, a tutt'oggi, continuano a ricevere denunce presso la caserma, ad indagine ancora non del tutto conclusa. Solo nella giornata di ieri, sono confluite qualcosa come ventuno denunce. Che si sono accorpate ad un'altra ottantina già presentate. E nella stretta dell'inchiesta sono così finiti la donna ed il figlio, i quali sono stati deferiti alla Procura di Lecce con l'accusa di truffa continuata. I militari, ora, stanno cercando di verificare se siano coinvolte altre persone, in Italia o all'estero, magari truffate alla stessa maniera.

Ma come funzionava il meccanismo? I due, di punto in bianco, avrebbero istituito una ditta, di fatto fantasma, fingendosi gli amministratori, per poi operare fattivamente postando annunci su siti Internet di carattere commerciale. In questo modo, avrebbero organizzato svariate vendite on-line di prodotti elettronici ed informatici. Tutta merce di qualità (se fosse esistita…), delle marche più note, a prezzi davvero vantaggiosi. Ma senza esagerare. Ovvero, senza sparare prezzi troppo bassi, che avrebbero insospettito più di qualcuno, ma ponendo giusto degli sconti a prima vista normali. Ribassi, dunque, ma non veri e propri regali che avrebbero, ad esempio, mosso i più diffidenti a pensare che potesse trattarsi di merce ricettata. Ma niente di quanto illustrato, in realtà, sarebbe stato in loro possesso. Sta di fatto che i guadagni sarebbero risultati davvero elevati. Grazie ad una parvenza impeccabile (quanto gioca l'immagine), avrebbero, infatti, indotto i clienti ad effettuare accrediti bancari direttamente sui loro conti correnti, procurandosi compensi di un certo spessore, senza muovere un dito. O, meglio, pigiando qualche tasto sui loro computer. Rispondendo via mail, inviando dettagliati cataloghi e le immancabili coordinate bancarie al seguito.

Per gli ignari acquirenti, i danni in alcuni casi avrebbero sorpassato anche i mille euro. A tali cifre si sarebbe arrivati pur di aggiudicarsi televisori ad alta definizione o apparecchiature informatiche di ultima generazione. Tutto questo, va moltiplicato per cento, tanto per comprendere il giro d'affari. Perché pressappoco tante sono, come si diceva, le denunce pervenute in caserma, da parte di persone che si sarebbero ritrovate con le tasche più vuote e senza l'agognato elettrodomestico: pagavano, accreditando il compenso pattuito, con la speranza di vedersi recapitare presso la propria abitazione il prodotto acquistato su Internet. Sono stati già sottoposti a sequestro preventivo vari computer portatili, svariate poste-pay e carte di credito.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Ditta e merce inesistenti: centinaia i truffati via web

LeccePrima è in caricamento