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Cronaca

Docente morì travolto da un camion, condannato il conducente del mezzo

La Corte di Cassazione ha confermato in via definitiva la condanna a otto mesi, pena sospesa, per un 39enne di Monteroni

LECCE – La Corte di Cassazione ha confermato in via definitiva la condanna a otto mesi, pena sospesa, per Nicola Santino Quarta, il 39enne di Monteroni accusato di omicidio colposo per aver causato la morte di Luigi Russo, 53 anni docente di topografia presso l'istituto per geometri "Galileo Galilei" di Lecce, nel novembre del 2009.

L’uomo fu travolto da un camion condotto dall’imputato mentre stava attraversando la strada. Il conducente del mezzo pesante non si accorse della presenza della vittima. Secondo alcune testimonianze rese agli agenti di polizia della sezione infortunistica stradale, Russo cercò di proteggersi con le mani alla vista del mezzo dinanzi a sé, in un gesto istinto di protezione, ma fu tutto inutile. Il docente fu travolto dal mezzo, anche perché impossibilitato a cercare una via di fuga stretto, dalla parte opposta, da una Jaguar parcheggiata con metà delle ruote sul marciapiede che circonda il piazzale centrale che sorge davanti all'ingresso principale del Tiziano.

Il professore era giunto presto, quella tragica mattina, nei pressi della struttura alberghiera che sorge all'ingresso di Lecce, al termine della statale che collega il capoluogo salentino a Brindisi. Aveva parcheggiato la sua moto alle spalle della struttura, dove si svolgono anche congressi ed eventi, e nella quale si sta svolgendo proprio in questi giorni la manifestazione "Edil Pro 2009", cui dovevano partecipare anche i suoi alunni. E proprio con loro aveva appuntamento al bar Piccadilly, dove purtroppo non sarebbe mai arrivato.

Russo stava per attraversare la strada e si trovava vicino ad una Jaguar che, come detto, era posteggiata per metà sul marciapiede. Uno dei mezzi pesanti che dovevano essere esposti nel piazzale antistante al Tiziano in quel momento stava eseguendo una manovra. La difesa dell’imputato, assistito dall’avvocato Massimo Bellini, ha sempre evidenziato come la sagoma del professore fosse in un punto cieco e che dunque non fosse visibile.

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