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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

B&b abusivi, gli albergatori chiedono tutela per chi rispetta le regole

A Venezia la guardia di finanza, grazie ad un software creato appositamente, ha scovato un centinaio di strutture ignote al fisco e alle autorità comunali

LECCE – Abusivismo ed evasione fiscale, con l’arrivo della stagione estiva, sono fenomeni destinati a crescere. Il presidente di Federalberghi Confcommercio Lecce, Mimmo De Santis, invoca la necessità di una concorrenza leale nel settore della ricettività turistica e lo fa a commento di un’operazione avviata nel settembre scorso e conclusa la scorsa settimana dalla guardia di finanza di Venezia con il supporto della polizia locale.

In Laguna sono state scoperte un centinaio di strutture totalmente ignote al fisco e al data base comunale attraverso un software creato dalle fiamme gialle e denominato “Domus Network” con il quale sono stati monitorati automaticamente i portali di riferimento, quelli cioè dove i visitatori ricercano l’offerta più adatta alle proprie esigenze, e setacciate una serie di informazioni che hanno permesso di identificare una serie di Bed and breakfast. Sopralluoghi e questionari sottoposti ai clienti della strutture sospette hanno integrato l’attività di indagine che ha permesso di far emergere ricavi non dichiarati per circa due milioni di euro e il mancato versamento di 120mila euro di imposta di soggiorno.

E’ chiaro che il fenomeno su vasta scala rilevato a Venezia esiste anche in altre città d’arte e pone non solo un problema in ambito economico legato all’evasione fiscale e all’elusione della tassa di soggiorno, ma anche di ordine e sicurezza perché le strutture abusive non comunicano gli estremi dei clienti. De Santis chiarisce che non si tratta di una crociata contro i B&b da parte degli alberghi, ma di un’azione a tutela della legalità nell’interesse dell’imprenditorialità e del territorio perché l’abusivismo “non consente di impostare efficaci politiche di programmazione finalizzate al miglioramento dei servizi da offrire ai turisti e che concorrono di conseguenza allo sviluppo”.

A Lecce ci sono stati già segnali tangibili di attività che tendono a sfuggire alle regole. Nel settembre scorso, la polizia locale ha comunicato i dati di un controllo condotto sulle strutture inserite nell’albo comunale: emerse un solo caso di vero e proprio abusivismo, ma furono una decina quelli riconducibili a irregolarità rispetto alla normative regionale di riferimento. L’indagine sviluppata in Veneto ha consentito di agire su più vasta scala (mille e duecento le strutture analizzate) e con efficacia grazie al software creato ad hoc, mentre nel capoluogo salentino le ricerche sul web sono state condotte dagli stessi agenti e poi incrociate con le risultanze dell’elenco in possesso del Comune.

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