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Cronaca

Donna prelevata dal "Fazzi" e poi segregata, avvocato respinge le accuse

Interrogatorio di garanzia per l'avvocato Gabriella Cassano e il compagno, finiti entrambi nei giorni scorsi ai domiciliari

LECCE – Un lungo interrogatorio dinanzi al gip Alcide Maritati, alla presenza del suo legale, l’avvocato Luigi Piccinni per chiarire la posizione nell’inchiesta su una donna affetta da vari disturbi e deficit di natura psicologica e intellettiva, sottratta alle cure mediche e, secondo l’accusa, segregata per costringerla a revocare l’amministratore di sostegno, nominato dal giudice tutelare, conferendo la stessa carica all’avvocato Cassano, in modo da poter gestire la pensione di invalidità e l’indennità di accompagnamento.

Nell’interrogatorio di garanzia l’avvocato Gabriella Cassano, 47enne di Lecce finita nei giorni scorsi ai domiciliari, ha ammesso di essersi preso cura della donna, seguita del resto già da molti anni, adoperandosi probabilmente in maniera non adeguata alla sua posizione di legale, ma di averlo fatto solo nel suo interesse, respingendo categoricamente l’ipotesi di averla segregata e abbandonata, tanto meno per fini di lucro. In merito all’accusa di tentata estorsione per aver chiesto al padre della persona offesa, dopo la revoca del mandato ad aprile scorso, una ingente somma di denaro come parcella per i servili legali resi, ha spiegato di aver semplicemente chiesto l’onorario dovuto dopo la revoca del gratuito patrocinio. Si è invece avvalso della facoltà di non rispondere Fabio Degli Angeli, 47enne di Carmiano, compagno di Cassano e finito con lei ai domiciliari. L’uomo è assistito dall’avvocato Vito Quarta.

A Cassano, Degli Angeli e Visconti è contestato il reato di sottrazione di persona incapace per aver prelevato, lo scorso 14 gennaio, la persona offesa dal reparto di Psichiatria dell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce, conducendola in auto in un’abitazione estiva a Marittima di Diso. Lì i tre l’avrebbero abbandonata per due giorni al freddo, privandola delle cure farmacologiche e provocandole febbre e malessere. Ai cinque indagati è poi contestato il reato di sequestro di persona, per aver segregato la donna, dal 16 al 25 gennaio, in un’abitazione a Veglie, in precarie condizioni igieniche e sanitarie, impedendole di uscire se non per fare una finta telefonata alla stessa Cassano e per raggiungere il giudice tutelare per l’istanza di revoca dell’amministratore di sostegno.

Cassano e Degli Angeli sono accusati di circonvenzione di incapace per aver manipolato la donna affetta da deficit, “inculcandole la convinzione che l’amministratore di sostegno nominato dal giudice tutelare non si curasse e non si interessasse di lei”, inducendola a conferire a Cassano il mandato per la revoca dello stesso.

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