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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Melissano

Doping, scatta un maxi blitz con dodici arresti. Tre sono salentini

Le indagini partite da Enna e diramatesi in tutta Italia. Nei guai anche un melissanese, un aletino e una gallipolina già fermati nel luglio scorso, sempre per vicende di doping. L'accusa è di traffico internazionale

ENNA – Dodici arresti e fra questi spiccano anche i nomi di tre salentini. Al centro, un traffico internazionale di sostanze dopanti. Si tratta di anabolizzanti e stupefacenti, sostanze ritenute altamente pericolose e rivendute nel mondo sportivo. Il blitz è scattato all’alba, con indagini partite dalla Sicilia e diramatesi in tutta Italia.

A svolgere gli accertamenti sono stati i carabinieri del Reparto operativo del comando dei carabinieri per la Tutela della salute di Roma, che, per l’operazione, hanno avuto il supporto di oltre 200 militari fra provincia di Enna, epicentro dell’inchiesta, e resto del territorio nazionale.

L'ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa, su richiesta della Procura, dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Enna, Luisa Maria Bruno. Oltre cinquanta le perquisizioni in tutta Italia.

Per quanto riguarda i salentini arrestati, con il supporto del Reparto operativo dell’Arma di Lecce, si tratta di nomi già noti alle cronache, sempre per vicende legate al doping: Daniele Morello, 33enne di Alezio, Alessia Esposito, 30enne di Gallipoli e Stefano Nunziato, 34enne residente a Melissano, anche se originario della provincia di Cuneo.  I tre (in quel caso con altri due salentini) erano già stati arrestati nel luglio scorso dai carabinieri della stazione di Corigliano d’Otranto, dipendenti dalla compagnia di Maglie, e dal Nas di Lecce. In quel caso, una vicenda circoscritta al territorio locale. 

Doping via web: i tre salentini nei guai

Le indagini

Le accuse, a vario titolo, sono di utilizzo o somministrazione di farmaci o di altre sostanze al fine di alterare le prestazioni agonistiche degli atleti e produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope. L'indagine è stata coordinata per oltre due anni  dal sostituto  procuratore Giovanni Romano (peraltro, prematuramente scomparso di recente in giovane età). Ed è scaturita dal monitoraggio dei social network e dei siti web (in particolare piattaforme di e-commerce) utilizzati anche per la vendita online di sostanze anabolizzanti e stupefacenti.

In questo modo è stata individuata una fitta rete di soggetti dediti alla distribuzione sul territorio nazionale  di  tali  sostanze.  Gli indagati usavano il web anche per le transazioni e spesso con identità finte per eludere eventuali controlli. E i promotori erano in diretto contatto con centri di distribuzione dislocati nelle provincie di Salerno, Lecce (da cui i tre arrestati nel basso Salento) e Modena, oltre che con altri soggetti attivi negli stessi traffici.

Gli approfondimenti sui  canali di vendita hanno  consentito di individuare anche collegamenti tra gli indagati e titolari o gestori di palestre, negozi di articoli per body builder e, in alcuni casi, giovani atleti non professionisti, che avrebbero assunto pericolose sostanze anabolizzanti.

Per questo sono stati emessi anche cinquantasette decreti di perquisizione domiciliare e personale. I numerosi sequestri svolti operati su tutto il territorio nazionale, e le successive analisi chimico­tossicologiche effettuate sui campioni nei laboratori dei carabinieri del Ris di Roma  e dall'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, hanno consentito di riscontrare la produzione clandestina delle sostanze sequestrate, per la maggior parte di provenienza estera.

Contatti con l'estero

L'analisi  dei  flussi  finanziari  ha  permesso,  inoltre, di  tracciare  transazioni internazionali  verso la Bulgaria , la Slovacchia, la Polonia, la Romania e la Serbia, e di attivare i canali di cooperazione internazionale. Nel corso dei due anni di indagini sono state sequestrate circa 18mila confezioni  di  sostanze dopanti e stupefacenti, fra cui circa 300 di nandrolone fra spedizioni postali individuate in tutta Italia,  per  un  valore complessivo  di circa 1 milione  di euro. I venditori, peraltro, dispensavano pure consigli e terapie su come assumere i farmaci vietati, redigendo veri e propri “planning” terapici, pur senza alcun titolo accademico o, in generale, competenza in materia.

E’ stato riscontrato che l'età media degli assuntori di tali sostanze oscillasse tra i 20 ed i 40 anni, con rari casi di ultrasessantenni che ne facevano uso per migliorare la forma fisica in previsione delle vacanze estive.

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