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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Corsano

Dopo anni dissequestrano la slot, ma mancano i sigilli. Assolto dopo un'odissea

Per il titolare del bar l'accusa aveva chiesto tre anni perché era sparito il foglio del sequestro, apposto nel lontano 2007

LECCE – Ci sono inchieste giudiziarie che, come una marea, travolgono la vita e le storie di semplici cittadini e lavoratori, salvo poi ritirarsi lasciando dietro di sé i segni profondi di anni di sequestri e processi. Questa storia inizia nel lontano 2007: su disposizione della Procura di Venezia, nell’ambito dell’operazione denominata “Black Slot” (da un tipo di scheda software installata) la Guardia di finanza sequestra su tutto il territorio nazionale oltre 100mila slot irregolari, dislocate in bar, pub e locali. Dalla laguna l’inchiesta e il sequestro arrivano fino a un piccolo bar di Corsano, dove le fiamme gialle appongono i sigilli a una delle slot incriminate, applicando con del nastro adesivo un foglio A4 con gli estremi del sequestro sulla serratura dell’apparecchio.

Passano gli anni, cambiano le normative e si celebra il processo in cui, dopo sei anni, il Tribunale di Venezia assolve tutti gli imputati. Per la vecchia slot del bar di Corsano, finita nel frattempo a impolverarsi in uno scantinato, giunge il momento del dissequestro. In questo momento, però, iniziano i guai giudiziari per il titolare del bar, S.B., 63 anni. Sull’apparecchiatura, infatti, non compare più il foglio che attestava il sequestro, finito chissà dove dopo quasi sette anni. Al 63enne è contestato il reato di violazione aggravata di sigilli. L’uomo (soggetto incensurato senza alcun trascorso giudiziario), protagonista suo malgrado di questa vicenda dai risvolti kafkiani, finisce a processo, che si protrae per oltre due anni e in cui l’accusa chiede una condanna a tre anni.

Oggi, questa lunga odissea giudiziaria si è chiusa con un’assoluzione piena da parte del giudice monocratico: per non aver commesso il fatto. I legali del 63enne, gli avvocati Silvio Verri e Biagio Martella, hanno dimostrato come, in diritto, il loro assistito fosse assolutamente estraneo ai fatti contestati. La finalità del sequestro, in cui il cartello ha una funzione più che altro simbolica, è quella di impedire la reiterazione del reato. In questo caso l’apparecchiatura incriminata è stata accantonata e mai messa in funzione, spostata solo per ragioni logistiche, conservando all’interno il denaro versato fino al momento del sequestro nel 2007. E’ un po’ come apporre un cartello per il sequestro di un edificio e sperare di ritrovarlo dopo anni al suo posto, a dispetto dell’intemperie e dell’azione inesorabile del tempo. Storie di ordinaria giustizia.

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