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Cronaca Copertino

Dopo il furto dell'autovettura tenta il "cavallo di ritorno": tradito dall'accento

Giovanni Maria Marra, 44enne di Copertino, arrestato dai militari della compagnia di Maglie per tentata estorsione, resistenza e minacce. Dopo il furto di un'auto, a Scorrano, la richiesta di 2mila euro. Ma la vittima, un carabinieri in congedo, ha sporto denuncia e l'uomo è stato individuato

SCORRANO – “Operazione Lampo”, l’hanno ribattezzata i carabinieri della compagnia di Maglie. E in effetti, è stato in un “lampo” che hanno ammanettato Giovanni Maria Marra, 44enne di Copertino, più che vecchia conoscenza delle forze dell’ordine, anche se il suo nome non balzava più nelle cronache ormai da diversi anni.

Sulla scena, dunque, c’è tornato oggi per un tentativo di estorsione. Gli è andata storta perché, fra tutte le persone che avrebbe potuto sopraffare, è andato a pescare – come si suol dire – davvero nel mazzo: carabiniere di Scorrano, di recente andato in congedo. E che quindi non ha perso tempo per ritornare in azione come ai vecchi tempi, avvisando i colleghi e facendo scattare la trappola.

L’arresto è avvenuto ieri. I carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Maglie, sotto il coordinamento dei tenenti Luigi Scalingi e Rolando Giusti, hanno smascherato in breve il classico “cavallo di ritorno”, quello che in gergo si definisce il furto di un oggetto di valore (di solito un’auto, proprio come in questo caso) seguito da una richiesta di denaro perché il proprietario ne ritorni in possesso.

Di fatto, una vera e propria estorsione, e anche particolarmente sgradevole e disturbante per chi ne rimanga vittima, considerato il metodo. Tra l’altro, un reato che raramente viene denunciato. Le vittime spesso e volentieri preferiscono pagare per riottenere il bene, ma così facendo non permettono alla macchina investigativa di avviarsi per tempo, consentendo ai malfattori di continuare ad agire impuniti, infilando nelle tasche gruzzoli di tutto rispetto.

Proprio per questo motivo, nel corso di una conferenza stampa che s’è tenuta questa mattina presso il comando della compagnia di Maglie, il tenente Scalingi ha chiesto espressamente ai cittadini di stracciare il velo di omertà e presentarsi in caserma, se si sia rimasti in balia di eventi simili.

Tanto più che forte e fondato è il sospetto che Marra possa aver agito in più di una circostanza e che abbia anche dei complici. Un’ipotesi (per ora solo tale) è che vi sia almeno un corresponsabile, una persona “x” che fattivamente fino ad oggi si sia occupato dei furti, delegando poi a Marra il compito di mettere in scena il secondo atto: la telefonata alle vittime.

Un meccanismo collaudato, dunque, che s’è inceppato ieri quando ha avuto a che fare, probabilmente senza neanche saperlo, con un investigatore in pensione che di scendere a compromessi, ovviamente, non ha voluto saperne.

Giovanni Maria Marra-2Tutto ha avuto inizio il 26 marzo, quando, verso le 10 di mattina, nel pieno centro di Scorrano è stata rubata una Fiat Panda di colore bianco. Il miliare in congedo l’aveva lasciata per pochi istanti con le chiavi inserite. Il tempo di entrare in un negozio, svolgere una commissione e tornare a casa. Sono bastati quegli attimi a qualcuno con l’occhio lungo, sicuramente già in cerca di veicoli da rubare, per sgraffignarla.

Non solo. Appena due ore dopo, e persino prima ancora che la vittima si recasse in caserma a sporgere denuncia, ecco una telefonata in casa del derubato e di sua moglie. Voce ferma e sicura, tono freddo e indisponente: “Se rivolete la macchina, dovete darci 2mila euro”. Come abbia fatto Marra ad avere il numero, è presto detto: guardando sul libretto di circolazione ha trovato generalità e indirizzo di residenza della vittima e a quel punto non ha dovuto fare altro che consultare l’elenco telefonico.

Il carabiniere in congedo, però, ha notato alcuni aspetti che hanno aiutato non poco i suoi più giovani colleghi a fare luce. I principali: l’accento dell’estorsore rimandava alla zona di Copertino o immediate vicinanze (a volte basta una semplice parola espressa nel dialetto locale per comprendere la provenienza; come noto esistono molte varianti di singoli termini in base alle aree del Salento) e in più, nel corso della breve conversazione (effettuata da una cabina telefonica), il malvivente aveva indicato un luogo specifico in cui presentarsi per consegnare la somma di denaro.

Senza titolo-1-11-11E' stata infatti espressamente indicata Sant’Isidoro, marina di Nardò, molto vicina a Porto Cesareo. Ed è proprio in quest’ultima località che, una decina di giorni addietro, è stata trovata un’auto bruciata. Forse, secondo i carabinieri, un precedente caso di “cavallo di ritorno” finito male, cioè senza che la vittima si piegasse alle richieste.

I carabinieri magliesi si sono mossi subito. Dapprima hanno chiesto il supporto della compagnia di Gallipoli, della stazione di Nardò e della tenenza di Copertino. Poi, alle 15,35 di ieri, la svolta: nei pressi di una cabina telefonica in particolare è stato notato avvicinarsi un uomo. Appostati in abiti civili e senza farsi notare, i carabinieri hanno atteso che questi (poi identificato in Marra) prelevasse dalla tasca dei pantaloni una moneta, la inserisse nella gettoniera ed effettuasse una nuova chiamata di conferma dell’appuntamento con la vittima.

E’ stata la riprova che fosse lui il pesce da far finire nella rete e a quel punto i militari si sono palesati. Marra era ancora agganciato alla cornetta a proferire richieste di soldi. E la reazione è stata rabbiosa. Fra spintoni e minacce, solo dopo qualche minuto i carabinieri sono riusciti a trascinarlo in auto per portarlo in caserma e poi in carcere. E l’uomo, al culmine dell’ira, ha persino lanciato la più odiosa delle minacce: “La macchina ve la faccio trovare bruciata, pezzi di merda”. Ed è per tali motivi che Marra risponde anche di resistenza e minaccia a pubblico ufficiale. 

Qualche particolare ulteriore. Marra è un fruttivendolo ambulante. Staziona in pianta stabile nella marina di Sant’Isidoro, davanti al parcheggio della rivendita “Jolly Mare”. E’ quella la località indicata alla vittima per la consegna dei soldi (visibile nella foto in pagina, Ndr). Dalla sua postazione, avrebbe potuto osservare ogni movimento con estrema facilità. Il carabiniere in pensione, in particolare, avrebbe dovuto infilare la somma in un contenitore giallo nelle vicinanze di una pianta di ficus.

Per il momento è stato trovato solo il libretto di circolazione. Della Panda ancora nessuna traccia. 

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