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Cronaca

Dopo intervento rimase una garza, il gip ordina perizie

Nuovo caso di presunta malasanità: una donna nel 2007 lamentò dolori dopo un intervento per l'asportazione di un fibroma all'utero. Il gip riapre il caso, dopo che era stata richiesta l'archiviazione

LECCE - Un altro presunto caso di malasanità approda in tribunale. Oggi il gip Antonio Del Coco ha respinto la richiesta di archiviazione del pm Donatina Buffelli nei confronti di un chirurgo che aveva dimenticato una garza nel corpo di una sua paziente. Sfortunata protagonista della vicenda una donna di 55 anni residente in un paese della provincia di Lecce. L'odissea della signora iniziò nel luglio del 2007, quando la donna si ricoverò in una clinica locale per sottoporsi ad un intervento chirurgico per l'asportazione di un fibroma all'utero. Ma, dopo soli due giorni la paziente fu sottoposta ad un secondo intervento per la rimozione di un ematoma, uscendo dalla clinica dopo quasi due settimane pur accusando ancora forti dolori.

Il malessere continuò anche per i giorni seguenti, ed il medico prescrisse alla donna alcune iniezioni di Voltaren ed un integratore alimentare che però non sortirono alcun effetto benefico. Inoltre, la signora si fece visitare per ben tre volte ed in tutte le occasioni il chirurgo le avrebbe riferito che non c'era nulla di anomalo. La svolta si ebbe quando la donna avvertì la strana sensazione della presenza di un corpo estraneo. Dopo l'ennesima visita ginecologica questa volta il chirurgo si rese conto che nella vagina della paziente c'era una garza appallottolata della grandezza di una palla da tennis, che sarebbe stata estratta manualmente in maniera maldestra dal medico, operazione durante la quale la donna avrebbe sofferto dolori lancinanti. Ma non sarebbe finita qui. Sarebbe seguito un lungo periodo di cure, sempre sotto la supervisione del chirurgo, finalizzato a lenire i disturbi iniziali, che invece si sarebbero aggravati nel tempo e ne sarebbero poi sopraggiunti degli altri, come un'incontinenza urinaria grave, a detta della donna permanente.

Di qui la denuncia e l'avvio dell'inchiesta a carico del medico e della sua ferrista. Il pm aveva motivato l'archiviazione sostenendo che la querela della paziente era stata presentata tardivamente. Oggi il gip ha respinto l'archiviazione ed ha disposto un'integrazione probatoria. Nello specifico il giudice ha ordinato l'audizione di alcuni testimoni e la nomina di un consulente tecnico, al fine di verificare se i danni lamentati dalla paziente siano una diretta conseguenza della garza lasciata nel suo corpo. Il chirurgo è difeso dall'avvocato Giuseppe Corleto, la 55enne dall'avvocato Enrico Chirivì.

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