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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

Sacra Corona Unita, fiumi di droga e pistolettate in città, 49 indagati

Chiuse le indagini dopo un mese dall’operazione “Vele” della squadra mobile che ha definito i nuovi assetti della criminalità organizzata salentina, soprattutto leccese, dal 2015 al 2016

LECCE - Non cambiano i reati. Restano quelli di  associazione a delinquere di stampo mafioso, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti. E resta lo stesso anche l’elenco degli indagati, ai quali la Dda (Direzione distrettuale antimafia) di Lecce muove (a vario titolo) quelle accuse, nell’avviso di conclusione delle indagini, arrivato dopo un mese dall’operazione che ha delineato i nuovi assetti della criminalità organizzata salentina. “Vele”, questa l’inchiesta condotta dal procuratore Guglielmo Cataldi con gli agenti della squadra mobile, che prende il nome proprio dal quartiere della zona 167 di Lecce, ritenuto piazza “privilegiata” per lo spaccio di droga.

Tra i 49 indagati, 16 furono colpiti dall’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip (giudice per le indagini preliminari) Simona PanzeraCristian Cito, 29enne di Lecce; Massimiliano Elia, 42enne di Lecce; Gianfranco Elia, 46enne di Lecce; Giampiero Alula, 40enne nativo di San Pietro Vernotico; Antonio Balloi, 71enne originario di Nuoro; Cesario Filippo, 40enne nativo di San Pietro Vernotico; Luca Pacentrilli, 29enne di Lecce; Antonio Restia, 53enne di Lecce; Oronzo Russo, 31enne di Lecce; Andrea Bisconti, 37enne di Lecce;  Danilo De Tommasi, 29enne di Lecce; Rodolfo Franco, 61enne di San Cesario di Lecce; Andrea Podo, 23enne di Lecce; Diego Podo, 33enne di Lecce; Saulle Politi, 45enne di nato Monteroni di Lecce (fra i nomi di spicco, già coinvolto in altre, importanti operazioni); Gabriele Tarantino, 39enne nativo di Campi Salentina.

Il reato più grave, di associazione mafiosa, è contestato a Cito, Massimiliano Elia e Angelo Corrado, 38, di Lecce, ritenuti affiliati al clan di Maurizio Briganti, e a Gianfranco Elia, considerato referente del clan di Cristian Pepe.  A rafforzare il quadro accusatorio, erano state le dichiarazioni del collaboratore Gioele Greco e dello stesso Corrado che, divenuto anche lui collaboratore, “chiarisce le più recenti dinamiche e attività dei gruppi mafiosi sul territorio della città capoluogo, con particolare riferimento al settore criminale relativo al traffico di sostanze stupefacenti”, aveva precisato il gip nell’ordinanza.

L’avviso di conclusione delle indagini è stato notificato anche a: Josè Acquaviva Bruno, 36 anni di San Pietro Vernotico ma residente a Lecce, Alessio Anastasia, 34, di Lecce, Daniele Balloi, 36, di Lecce, residente a Melendugno; Angelo Braì, 45, di Merine (frazione di Lizzanello); Gianluca Calabrese, 31 anni, di Copertino; Antonio Calò, 46, di Lecce; Fabio Campa, 45, di Lecce; ; Marco De Lorenzi, 39, di Lecce; Vincenzo Sasha De Riccardis, 22, di Lecce; Mirco Della Porta, 39 anni, di Mesagne; Manuel Gigante, 37, di Lecce; Antonio Giglio, 46, di Brindisi; Antonio Giordano, 46 anni, di Monteroni; Giuseppe Guido, 28, di Lecce; Soni Hajdari, 25, di Lecce; Cesare Iaia, 43, di Brindisi; Eltion Isufaj, 30 anni, albanese; Rudy Lubelli, 28, di Lecce; Mattia Monaco, 31, di Lecce; Gianluca Negro, 33, di Lecce ma residente a Surbo; Gianluca Palazzo, 43, di Lecce; Cristian Roi, 36 anni, di Copertino; Gianluca Rubino, 27, di Mesagne; Roberto Santo, 44, di Lecce; Michela Secondo, 39, di Lecce; Alessandro Serino, 47, di Lecce; Marianna Serio, 41, di Maglie ma residente a Lecce; Antonio Sgura, 54, di Brindisi; Antonio Signorile, 48 di Brindisi; Krenar Skendaj, albanese di 46 anni; Giovanni Taurino, 30, di Lecce; Riccardo Zingarello, 44, di Lecce.

Non solo droga, anche pistolettate

Tra le contestazioni mosse nell’avviso di conclusione delle indagini, due episodi fanno riferimento alle sparatorie avvenute a Lecce: il primo, il 21 novembre 2015, quando furono esplosi tre colpi di pistola calibro 7.65 contro Nico Pinto e Attilio Salvini, in seguito al quale, quest’ultimo riportò la frattura del piede sinistro; il secondo episodio, il giorno dopo, quando altri tre colpi di pistola furono esplosi verso un altro bersaglio, Mattia Pinto.

In entrambi i casi,  ad aprire il fuoco, secondo l’accusa, sarebbero stati Mattia Monaco e Gianluca Palazzo, su mandato di Gianni Taurino.

La difesa

Ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini, gli indagati avranno venti giorni di tempo per chiedere di essere interrogati, rilasciare dichiarazioni spontanee o produrre memorie difensive. Scaduti i termini, la Procura deciderà se inoltrare la richiesta di rinvio a giudizio. A difenderli ci penseranno gli avvocati: Cosimo D’Agostino, Giuseppe De Luca, Ladislao Massari, Antonio Savoia;  Umberto Leo; Maria Cristina Brindisino; Dario Budano; Mariangela Calò; Rita Ciccarese; Laura Bruno; Benedetto Scippa; Gabriele Valentini; Cosimo D’Agostino; Mauro Cramis; Pantaleo Cannoletta; Salvatore Rollo; Pasquale Annichiarico; Roberta Capodieci; Ivan Feola; Luciano De Francesco; Alessandro Dell’Atti; Daniela De Liguori.

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