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Cronaca Porto Cesareo

Dune danneggiate sul litorale di Porto Cesareo. Scattano sequestro e denunce

Dopo le verifiche dei militari della guardia costiera disposti i sigilli su alcune porzioni di dune sabbiose ricadenti in parte in un’area data in concessione ad uno stabilimento balneare. Riscontrate interruzioni sospette dei cordoni. Rimossa anche rete da pesca abusiva

PORTO CESAREO –  A seguito di un’intensa attività d’indagine condotta per diversi giorni dai militari della guardia costiera del compartimento di Gallipoli sono scattati i sigilli in un’area di oltre 450 metri quadri ricadente nell’area marina protetta di Porto Cesareo. A conclusione delle verifiche e su disposizione dell’autorità giudiziaria è stato disposto il sequestro per alcune porzioni di dune sabbiose,  ricadenti in parte in un’area data in concessione per gli usi di uno stabilimento balneare della cittadina cesarina.

Secondo quanto verbalizzato dai militari, a seguito anche di numerosi sopralluoghi sul posto, sarebbero emerse diverse irregolarità in campo ambientale e demaniale. Sulla scorta della comparazione di dettagliate aerofotogrammetrie effettuate nel corsImmagine 2-2-12o degli anni dai mezzi aerei della guardia costiera sono state riscontrate infatti delle sospette interruzioni dei cordoni dunali, alcuni ricadenti in aree in concessione, altre in aree demaniali marittime lasciate alla pubblica fruibilità.

Dall’attività ispettiva sono scaturite due denunce con l’accusa di deturpamento di bellezze naturali in zone di particolare pregio naturalistico, di cui una a carico del titolare di un lido prospiciente il cordone dunale  e l’altra  a carico di ignoti. Per impedire l’eventuale continuazione del reato ipotizzato, i militari della capitaneria di porto di Gallipoli, su disposizione dell’autorità giudiziaria, hanno quindi posto sotto sequestro un’area di circa quattrocentosessanta metri quadrati.

Nell’ambito di un’altra attività di controllo in mare la notte scorsa i militari rivenuto e sequestrato circa 500 metri di rete da pesca, calata da pescatori abusivi a poche decine di metri dall’imboccatura del porto gallipolino. Tale attività di pesca, oltre ad essere vietata dalle vigenti normative di settore e a costituire nocumento per i pescatori professionisti, determina peraltro, l’immissione sul mercato di prodotto ittico di dubbia provenienza e potenzialmente dannoso per la salute del consumatore finale poiché non sottoposto alle previste verifiche igienico-sanitarie. 

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