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Cronaca

E la taranta pizzica i londinesi

Gira la voce che LeccePrima abbia messo una webcam in Piazza Sant`Oronzo perchè i Salentini lontani possano ascoltare Tito Schipa a Mezzogiorno. È questa voce l'ho messa in giro io indirettamente. Divertente, ma solo una voce.

L'idea, tuttavia, non sarebbe tanto da sottovalutare. A meno di una settimana dal "launch" di LeccePrima.it vorrei cominciare ringraziando tutti i lettori e chi ha letto il primo articolo da Londra. Grazie dell'attenzione.

Ringrazio anche chi si è mosso a pietà nei miei riguardi per la questione dell'olio. C'è chi mi ha detto di volermene spedire un po' per posta, chi mi ha addirittura suggerito un contrabbandiere (non mi sembra il caso) e la mamma di Vanessa che insiste (a maggior ragione ora che ha letto l'articolo) perchè io ne prenda un po' appena lei sbarca in Inghilterra. C'è addirittura anche chi mi avrebbe visto rilasciare su SkyTG24una dichiarazione da Londra sulla sicurezza negli stadi.

Non ero io.
E c'è chi mi ha pregato di non nominare i pasticciotti perché il solo pensiero fa sentire male il leccese a distanza.

A questo punto è d'uopo porre dei chiarimenti per i lettori che non conoscono il "pasticciotto".

Vorrei spiegare che è un dolce tipico leccese, fatto con friabile pasta frolla che infagotta, diciamo, trattiene morbida crema al limone fino al sopraggiungere del primo morso. Più o meno all'istante, l'assunzione del fagotto produce un senso di totale stordimento, quasi rapimento. Il pasticciotto può procurare dipendenza.

E meno male che non lo dovevo nominare!

Ma torniamo a Londra e ad alcune emozioni provate nelle ultime giornate.
Mercoledi scorso sono stata al Royal Albert Hall, nel quartiere di South Kensigton. Sono stata nella meravigliosa sala ovale da concerti da 9000 persone che fu inaugurata nel 1871, un vero atto d'amore della Regina Vittoria d'Inghilterra (prendete esempio, siamo vicino a San valentino) per il Principe consorte, Alberto appunto.

Sono andata a vedere ‘Le Cirque du Soleil'. Lo spettacolo si chiama Alegria, con una elle. Ieri è stata l'ultima serata a Londra.

La magia, per aprire lo spettacolo, ha cantato in italiano. Una creatura scintillante ha introdotto le acrobazie della trapezista totalmente avulsa alle leggi di gravità, "Un sorriso nasce da un gran dolore", flautava la ragazza. Mi è venuto in mente Fellini, mentre lei volteggiava sulle note del valzer: ha reso possibile ciò che perfino all'immaginazione risulterebbe impossibile.

Poi mi è venuta in mente una canzone di Pino Daniele, che si chiama "Alleria". E poi lì, davanti a quel palco spettacolare ho pensato: "E perchè non ‘La Notte della Taranta' al Royal Albert Hall?". Domanda rivolta a Sergio Blasi, sindaco di Melpignano, "Signor Sindaco, dopo gli Who i Deep Purple e gli Emerson Lake and Palmer, la grande Orchestra della Taranta farebbe la sua gran bella figura!". Pensiamoci. Gli Inglesi sono certa si farebbero mordere volentieri dal ragno salentino.

A proposito, recentemente la BBC ha trasmesso un interessante documentario sulla Puglia parlando anche della Taranta. Uno dei miei amici mi ha chiesto terrorizzato: "Si corre davvero questo rischio dalle tue parti?", ovviamente gliel'ho lasciato credere, "Certamente", ho risposto con faccia preoccupata. Dopo un po' però gli ho detto che scherzavo.

La canzone di Pino Daniele dice in Napoletano: "Cha hai bisogno d'alleria quant'haje sufferto ‘o ssape sulo Dio".

Da cantare grati e sorridenti su un anticipo di primavera, di luce e di fiori in arrivo abbondanti.

E ieri sera a Covent Garden l'aria era davvero primaverile, sul tappeto rosso delle celebrità del cinema c'era L'Orange British Academy Film Awards. Mi sono passati davanti luccicanti Penelope Cruz e Almodovar, voglio dire dal mega schermo collocato proprio nella piazza del mercato degli artisti, a pochi passi dal Royal Opera House, il teatro di Covent Garden, esattamente dove si svolgeva la premiazione. Ha vinto "The Queen", la regina, beh, giocava in un campo di sicuro amico.

Curioso è stato alla fine fare lo slalom tra le limousine guidate da eleganti chauffeur in attesa di divi e dive. Incolonnate, ferme, in una fila lunghissima su Floral Street, a proposito di fiori, passando da The Flag and the Lamb, incastonato in una traversa, Rose Street, un pub di trecento anni, uno dei più vecchi di Londra.

Se potessi salutare, a questo punto come hanno fatto gli straordinari artisti acrobati de Le Cirque du Soleil soffierei milioni di coriandoli bianchi lì dove siete: Allegria.
Con due elle. Mike Bongiorno non me ne vorrà.

Alla prossima.

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