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Cronaca Poggiardo

Ennesimo “collasso rifiuti” nel Salento. L’emergenza ad un passo

Cancelli chiusi negli impianti salentini e nessun conferimento in discarica: da ieri, è scoppiata la protesta dei dipendenti che vogliono precise garanzie sul proprio stipendio. Sei milioni di debito dei 46 comuni solo nell'Ato 2

POGGIARDO – La spada di Damocle dei rifiuti torna a pendere sulla testa del Salento: da ieri le discariche di Cavallino, Poggiardo ed Ugento sono inibite agli auto compattatori. I lavoratori e i dipendenti del consorzio Cogeam, che gestisce gli impianti in questione, hanno incrociato le braccia, rivendicando il pagamento dei propri stipendi. Una situazione che affonda le radici nell’ormai noto problema dei comuni morosi che non avrebbero saldato i conti per la gestione del servizio, generando la reazione a catena.

Non è la prima volta che i cancelli di Poggiardo e degli altri impianti si chiudono negli ultimi due anni ai camion: già in passato, infatti, le richieste disattese di pagamento ai comuni morosi avevano posto in essere situazioni simili di disagio. L’ingegnere Montanaro spiega che la ditta Progetto Ambiente attende dai 46 comuni dell’Ato Lecce 2 una somma vicina ai 6 milioni di euro: “Viene da sé – dichiara - che se gli enti non saldano, di contro non possono essere pagati gli stipendi ai lavoratori e in gioco, oltre alla gestione di un servizio, si trova anche il futuro di molte famiglie”.

Nel computo delle “pendenze” debitorie nei confronti dei tre impianti, la cifra aumenterebbe ancora, anche se la situazione più delicata è proprio quella dell’Ato Lecce 2. I lavoratori, dal canto loro, pur nel caso specifico, attendendo solo una mensilità arretrato, hanno già sperimentato in passato, lunghe attese per poter ottenere il proprio stipendio e non hanno nessuna intenzione di ricadere in una situazione simile.

Occhi puntati sugli ambiti territoriali che sono i diretti interlocutori delle ditte, ma che devono, d’altro canto, fare da tramite con i Comuni, per la richiesta dei pagamenti della Tarsu. “Ci chiediamo – spiega Montanaro – che fine facciano i soldi destinati alla gestione del servizio e perché mai molti enti continuino ad essere morosi”. In buona sostanza, la situazione in atto rischia di concretizzare il collasso del sistema, se ciascuno dei soggetti interessati non farà la propria parte. Ed è crescente il timore che l’Ato Lecce 2 possa non avere la forza di saldare il proprio debito.

Dall’altra parte, i Comuni rilanciano sostenendo l’interruzione di un pubblico servizio. Occorre, inoltre, ricordare che l’assessore all’ambiente della Regione Puglia, Lorenzo Nicastro, ha deciso di decretare la fine della fase di concertazione con i comuni inadempienti pugliesi, procedendo alla nomina di commissari ad acta: 46 i comuni totali “commissariati”, nell’ottica del mancato raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata. Tra questi, 15 nella provincia di Lecce, ossia Campi Salentina, Castrì, Leverano; Porto Cesareo, Salice Salentino, San Cesario, Surbo, Minervino di Lecce, Ortelle, Otranto, Sanarica, Uggiano La Chiesa, Alliste, Castrignano del Capo e Melissano.

Insomma, il caos è già iniziato. Di fatto, nella giornata di ieri, in quella di oggi e probabilmente anche domani i rifiuti non saranno conferiti in discarica. Proprio nella giornata di ieri, mentre montava la polemica, ad Otranto, ventuno comuni dell’Ato Le 2 si davano appuntamento nel castello aragonese, per discutere con la Lombardi Ecologia, ditta affidataria del servizio di raccolta, della partenza a breve del “monomateriale”, prospettando una “nuova era”, in grado di tagliare con un passato non proprio “roseo”. La tempistica della protesta sembrerebbe preannunciare che la tempesta è tutt’altro che passata.

 

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