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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

"Esito negativo". Ma la donna ha un cancro avanzato

Una 58enne è in condizioni critiche per una metastasi. Il tumore al seno, secondo la famiglia, non sarebbe stato rilevato per tempo dai medici che hanno svolto le analisi. E parte l'esposto in Procura

LECCE - La lettura della mammografia da parte di due medici non rivela nulla di anomalo, ma lei, una donna di 58 anni di una cittadina del sud Salento, si riscopre affetta da un tumore in stadio avanzato ed ora è ricoverata presso la struttura oncologica "Giovanni Paolo II" di Lecce in condizioni a dir poco critiche. Un calvario, quello della signora, sul quale ora i figli, prostrati per un caso di presunta malasanità e ritenendo che un'azione immediata avrebbe potuto evitare un vero e proprio dramma, chiedono alla Procura di Lecce di indagare, per scoprire se non vi sia stato un grave accumulo di ritardi.

Il loro avvocato, Pietro Luigi Borgi, ha dunque presentato un atto di denuncia con sequestro immediato, presso gli uffici del tribunale, narrando quello che sarebbe avvenuto, a partire proprio dalla lettera ricevuta dalla donna. L'esame, infatti, che si è svolto il 26 gennaio scorso, presso una struttura ospedaliera salentina, ha dato esito "negativo", come si evince dalla missiva ricevuta a febbraio, in cui i due professionisti, un uomo ed una donna, dichiarano che "[…] non presenta alterazioni sospette per tumore alla mammella". E, di seguito, l'invito rituale a sottoporsi periodicamente ad un autocontrollo.

Tuttavia, secondo il racconto dei figli, così come esposto alla magistratura leccese, i primi di marzo la donna ha iniziato ad accusare dolori alla schiena, assumendo peraltro una postura insolita. Una prima visita ortopedica ha diagnosticato una "lombo-sciatalgia ed osteoporosi", con terapia a base di antinfiammatori e calcio. Un palliativo, secondo i figli e l'avvocato che li rappresenta, per alleviare il dolore, senza provocare miglioramenti nel portamento. Su consiglio dello stesso medico che ha svolto quest'accertamento, la 58enne s'è quindi sottoposta ad una "Moc" (densitometria ossea). Risultato: una compromissione della densità ossea, non particolarmente grave, e di poco più accentuata rispetto allo standard riscontrabile in letteratura medica, in relazione all'età della paziente

I successivi peggioramenti, hanno però indotto la donna a farsi visitare presso un primario che già in passato l'aveva operata per un "alluce valgo". Era il 13 aprile scorso, la diagnosi: "Probabili crolli vertebrali multipli". Per risolvere i dubbi, il medico ha chiesto l'esecuzione di una risonanza magnetica, subito prenotata presso il laboratorio di analisi Calabrese di Lecce, ed eseguita il 16 aprile. Il cui referto si è avuto quattro giorno dopo, rilevando una "disidratazione dei dischi intervertebrali". Lo stesso giorno, cioè il 20 aprile, visto l'inesorabile declino dello stato di salute della madre, si è deciso di richiedere l'intervento di un altro specialista in ortopedia, ritenendo che fossero di quella natura gli acciacchi accusati.

E' del 22 aprile una visita domiciliare da parte del professionista, dato che la donna non riusciva più a muoversi dal letto. Nella circostanza il medico ha prescritto l'interruzione della terapia fino a quel momento assunta, aggiustando il calcio con il calcio bicarbonato, un antinfiammatorio e del Contramal, cioè un farmaco oppioide. Ma sembra che non vi sia stato alcun miglioramento, e così, sempre più disperati, seguendo anche un parere orale di un ortopedico del "Galeazzi" di Milano, al quale era stato fatto pervenire il referto delle radiografie eseguite presso il laboratorio di analisi Calabrese, i famigliari hanno contattato un nuovo medico, che ha disposto il ricovero della donna presso il reparto di neurochirurgia del "Vito Fazzi" di Lecce.

Il 4 maggio, sono stati eseguiti l'emocromo ed i marker tumorali. Un'infermiera, in via informale, ha ragguagliato i figli della donna sull'esito, sommariamente descritti come elevati. Fatto confermato dal medico di guardia del reparto, con la spiegazione che il quadro sarebbe stato forse più chiaro all'esito della "total body", da eseguire il giorno dopo. Il 6 maggio, dunque, la conferma ufficiale degli esami, con richiesta delle prime lastre eseguite, per un raffronto con le nuove già predisposte.

Per questo, i figli della 58enne, il 7 maggio, si sono recati presso l'ospedale dove era stata eseguita la mammografia e, nel reparto di radiologia, avrebbero parlato con uno dei firmatati della comunicazione. Secondo quanto denunciato, questi, in un primo momento, si sarebbe dimostrato disponibile, mettendosi alla ricerca sul computer del referto relativo all'ecografia eseguita al seno della madre, ma senza esito. Data l'insistenza, specie di uno de figli, che avrebbe suggerito anche di allargare la ricerca su tutti gli esami che la signora aveva eseguito, sarebbe apparsa la mascherina relativa all'ecografia eseguita il 4 febbraio. E tuttavia, una volta aperta, sarebbe apparsa una pagina totalmente bianca. Di fronte a questa presunta assenza del referto, il medico avrebbe manifestato imbarazzo, senza saper offrire giustificazioni, fino ad invitare i parenti della donna a rivolgere le richieste al centro screening di un'altra struttura, aggiungendo che con molta probabilità il referto era stato preso dalla sua collega, cofirmataria della comunicazione dell'esito negativo.

I figli della donna, nel loro esposto, spiegano di aver notato che, durante quest'infruttuosa ricerca, in un registro manoscritto, sul quale erano annotati i nominativi delle persone che avevano eseguito lo screening, il nominativo della madre era annotato al numero 19, con un appunto "Appr" (probabilmente dal significato di: "approfondimento"). Ma mentre sui nominativi delle altre due signore sarebbe stato evidente un doppio segno di freccia, in corrispondenza del nominativo della 58enne, questi segni non sarebbero apparsi. Altra anomalia, sul nominativo della donna sarebbero apparsi un appunto, "Neg", cerchiato, ed un altro "Eco" depennato, così come l'appunto "Appr". I nominativi segnalati per gli approfondimenti, sarebbero risultati riportati in calce alla pagina, e a margine ulteriori appunti. Tant'è: nonostante l'insistenza, del referto relativo all'Ecg, nessuna traccia. E per reperire almeno le lastre relative alla mammografia, i due figli sono recati presso la struttura indicata, riuscendo ad avere almeno questa.

Secondo l'avvocato Borgi, il ritardo nella diagnosi della patologia oncologica sarebbe evidente, ed il cancro, forse già in stato avanzato, si è trasformato in metastasi. Il legale ha dunque richiesto anche il sequestro del registro manoscritto sul quale sono riportati i nominativi delle persone che hanno eseguito lo screening il 7 maggio, del computer (o del disco rigido), o, comunque il sequestro o l'acquisizione in copia autentica del referto Ecg eseguito dalla donna.

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