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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Taurisano

Estorsione al prof, il 16enne resta in carcere. E le indagini non si fermano

Molotov e biglietti con minacce a Taurisano, convalidato l'arresto del ragazzo che non lascia il carcere minorile. E intanto, potrebbe esservi una svolta a breve: il cerchio si stringe sui complici

TAURISANO – E’ stato convalidato l’arresto del giovane di 16 anni ritenuto artefice di una serie di atti intimidatori ai danni di un docente di 56 anni, di Taurisano, che insegna meccanica presso l’istituto tecnico industriale di Casarano. Tutti tentativi volti a estorcere denaro alla vittima e che si sono bloccati grazie anche e soprattutto alle indagini svolte dagli investigatori del commissariato di polizia.

Il giovane, che si trova nell’istituto di pena minorile di Lecce, e che è difeso dall’avvocato Silvio Caroli, dovrà restarvi ancora un po’. Come richiesto dal pm della Procura per i minori, Anna Carbonara, proseguirà ancora la detenzione in carcere, laddove la difesa sperava probabilmente in un ammorbidimento, con la possibilità di ottenere i domiciliari.

Tutto questo, mentre le investigazioni vanno avanti a spron battuto e sono forse prossime a una chiusura definitiva. Già, perché i poliziotti diretti dal vicequestore aggiunto Salvatore Federico sono sempre stati convinti che il 16enne non abbia agito da solo. In queste ore, dunque, le verifiche si fanno più serrate e riguarderebbero non solo l’altro ragazzo trovato con il 16enne il giorno in cui quest’ultimo è stato arrestato (la cui posizione è rimasta finora ai margini ma sui cui l’attenzione della polizia non si è mai distolta), ma anche altri soggetti. Insomma, il caso potrebbe allargarsi oltre le attese e non si escludono novità sul piano investigativo già nelle prossime ore.    

Le imputazioni di cui risponde il 16enne finito in manette, come noto, sono di minacce aggravate ed estorsione. Le indagini sono iniziate la sera del 27 febbraio scorso, dopo il lancio di una bottiglia incendiaria contro un’abitazione di via Filippo Turati. La bottiglia di vetro, spaccandosi, ha innescato un rogo che ha procurato l’annerimento del muro dell’abitazione del docente e della moglie e il danneggiamento di un vaso di plastica contenente una pianta, che ha preso fuoco.

Un’insolita vicenda, ammantata di puro mistero, almeno fin quando, il pomeriggio successivo, il  proprietario di casa, uscendo con il figlio, non ha notato nella cassetta postale un foglietto bianco. Il messaggio (testualmente): “Hai paura? Ti è bastato il primo avvertimento? Se vuoi che questa storia finisca porta una busta con all’interno euro 1.500,00 al parco comunale abbandonato di via Lecce, dietro i manifesti il 5 marzo alle ore 17:00 non scherzare con il fuoco che ti bruci non raccontare niente a nessuno soprattutto alle forze dell’ordine altrimenti sarà peggio per te e la tua famiglia? Dai tuoi cari amici”. Tutto, piuttosto, denunciato alla polizia.

La sera del 6 marzo, poi, una volante è intervenuta di nuovo presso la stessa abitazione per un’altra bottiglia incendiaria. Nei pressi della porta d’ingresso, è stata trovata questa volta una bottiglia di plastica trasparente. Dentro liquido infiammabile. Nei pressi della persiana, una bottiglia di birra  di vetro, rotta. Nel collo, innescata una stoffa imbevuta sempre di benzina.

Gli agenti hanno deciso ovviamente di tenere la casa strettamente sotto controllo e così, la sera del 10 marzo, il proprietario ha fermato una pattuglia che era giusto di passaggio, informando i poliziotti di aver ricevuto un nuovo biglietto intimidatorio anonimo, attorcigliato a una penna bruciata nella parte superiore. Il messaggio, stavolta: “Hai paura? L’altra volta ti abbiamo voluto bene questa è l’ultima tua occasione se te la giochi sarà peggio per te e la tua famiglia, quindi ti conviene obbedire, le regole sono uguali, non raccontare niente a nessuno porta una busta con 1.500,00 euro al bar abbandonato di piazza mercato il 12.03.2017. Ti sei reso conto di cosa siamo capaci se non te ne sei accorto lo scoprirai. Dai tuoi cari amici”.

Esaminate le riprese dell’impianto di videosorveglianza, nel frattempo installato proprio dopo i primi episodi, si è potuto notare nelle immagini l’avvicinamento di un giovane con un berrettino con visiera, ulteriormente coperto dal cappuccio della giacca.  E vista la nuova richiesta di denaro, gli investigatori hanno organizzato un appostamento nei pressi del luogo indicato nel biglietto, invitando la vittima a depositarvi una busta. E la trappola ha funzionato.

Alle 17 sono arrivati in piazza Mercato due giovani a bordo di altrettanti scooter. Dopo pochi secondi, uno dei due è rimasto fermo all’angolo, mentre l’altro, sempre a bordo dello scooter, si è avviato verso l’ex bar, effettuando un primo e un secondo giro del perimetro, per poi fermarsi davanti alla busta depositata nei pressi delle scale dalla vittima, raccoglierla e raggiungere l’altro ragazzo.

A quel punto, gli agenti sono usciti allo scoperto. Durante il tentativo di fuga il ragazzo che poco prima aveva prelevato la busta, l’ha lasciata cadere, non senza che il particolare sfuggisse agli occhi dei poliziotti. Ed è stato fermato. L’altro ragazzo, nel frattempo riuscito ad allontanarsi, è stato comunque rintracciato in casa. Ma i guai, finora, li ha passati solo il primo. Una perquisizione domiciliare ha permesso di trovare un berretto da baseball identico a quello ripreso dalla telecamera e altro materiale utile alle indagini. Per lui è scattato l’arresto, in flagranza. Ma da un singolo soggetto, si potrebbe arrivare a breve a un vero gruppetto di giovani.

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