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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Ruffano

Estorsione con “il cavallo di ritorno”: una condanna e un'assoluzione in appello

Confermata la pena a 3 anni e due mesi per uno dei due uomini accusati di aver preteso 10mila euro da una vittima di furto

LECCE - E' stata confermata in appello la condanna a tre anni e due mesi di reclusione, più 800 euro di multa,  nei riguardi di Angelo Frisullo, 34 anni, originario di Gagliano del Capo, ma residente a Ruffano, accusato di aver tentato di estorcere denaro a un uomo che aveva subito due furti in neppure due mesi. In particolare, secondo l'accusa, fra gennaio del 2006 e novembre 2007, il 34enne avrebbe avanzato nei riguardi del proprietario la richiesta di diecimila euro (poi “scontata” a 8mila) in cambio della refurtiva: due auto (una Suzuki Swift e una Bmw), gioielli e materiale informatico. Per costringere il malcapitato al pagamento, inoltre, Frisullo l'avrebbe minacciato che, in caso di rifiuto, gli sarebbe stata bruciata l'auto dentro casa.

Secondo le indagini, Frisullo non agì da solo, ma con la complicità di Cristian Cicerello, 41 anni, originario di Casarano ma residente a Ruffano. Per questo, il verdetto di primo grado, emesso il 27 febbraio 2013, dal giudice Sergio Tosi fu di colpevolezza: due anni e mezzo, più 600 euro di multa. La condanna però è stata ribaltata nei giorni scorsi dalla Corte d'appello, presieduta dal giudice Vincenzo Scardia, che ha accolto la tesi dell'avvocato difensore Roberto Bray, assolvendo Cicerello con la formula “per non aver commesso il fatto”. 

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