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Cronaca Casarano

Estorsione di balle di fieno, a processo due fratelli di Casarano

Disposto il rinvio a giudizio di Matteo e Pietro Bevilacqua, di 23 e 32 anni. Per l’accusa avrebbero vessato il proprietario di un fondo a Collepasso. Il primo avrebbe preteso anche somme di denaro

CASARANO - Avrebbero costretto, a suon di minacce, il proprietario di un fondo a consegnare 200 balle di fieno senza pagare neppure un centesimo. Dovranno così difendersi dall'accusa di estorsione i fratelli Matteo e Pietro Bevilacqua, rispettivamente di 23 e 32 anni, di Casarano, nel processo che si aprirà il 3 giugno nel tribunale di Lecce. A disporre il rinvio a giudizio dei due uomini è stato il giudice Edoardo d'Ambrosio che, oggi, durante l’udienza preliminare, ha respinto l'istanza avanzata dagli imputati (attraverso gli avvocati Roberto Bray e Mario Coppola), di essere giudicati con il rito abbreviato condizionato dall'ascolto di un testimone.

Secondo le indagini, entrambi, a partire dal 2014 fino al 3 dicembre 2018, avrebbero costretto il padrone di un terreno agricolo, in contrada “Corsica” a Collepasso a consegnare loro del foraggio senza pagare. In particolare, in un'occasione gli avrebbero detto: "Di questo foraggio prendine una ventina di balle e portale da noi a Casarano presso la nostra stalla che si trova sulla via che conduce Supersano”, aggiungendo “forse non hai capito bene chi siamo noi, tu il foraggio ce lo devi portare presso la nostra stalla noi non ti dobbiamo pagare nulla, altrimenti se non ci porti foraggio da noi richiestoti, aspettati un danno ti facciamo vedere noi cosa succede a te e ai tuoi cavalli”.

Così, il malcapitato avrebbe consegnato ai due una ventina di balle di fieno e alla sua richiesta di ricevere in cambio almeno una parte di denaro per coprire le spese si sarebbe sentito dire: “Vai, vai ritorna Collepasso e preparati per il prossimo viaggio, non ti mettere contro di noi altrimenti per te sono guai”.  

Ogni quattro, ma a volte anche sei volte al mese, i Bevilacqua sarebbero andati a fargli visita, intimandogli: “Carica il furgone di fieno e portalo da noi a Casarano… tu devi portarci il fieno hai capito? Se non ci porti quello che noi ti chiediamo per te finisce male… Ti facciamo vedere cosa ti succede a te e ai tuoi animali”. Per quasi due anni, l’uomo sarebbe stato costretto a fare almeno quattro viaggio l’anno per consegnare circa 150 balle di fieno. Ma Matteo Bevilacqua non avrebbe preteso soltanto merce gratis, ma anche denaro, come quando in un'occasione al telefono: “Oggi mi servono 300 euro in contanti, questi soldi me li  devi portare entro oggi… non mi interessa come farai a procurarti i soldi, le 300 euro me le devi portare entro oggi, altrimenti ti facciamo del male, aspettati una mia chiamata per indicarti il luogo della consegna”, aggiungendo “vai pure, non devi dirmi quello che devo chiederti. Anzi preparati per i primi giorni di dicembre che voglio altre 500 euro e stai attento a non sbagliare perché la pagherai cara”. Stando sempre alle indagini, la richiesta sarebbe stata rinnovata nei giorni successivi: “poi per Natale mi devi preparare un regalo in soldi che ti dirò io, tanto ti daranno la tredicesima”.

Così, la vittima consegnò al 23enne l'ulteriore importo di 400 euro, ma all’appuntamento (lo scorso 4 dicembre) si presentarono anche i carabinieri che lo arrestarono (oggi è ai domiciliari). Il fratello, invece, era indagato a piede libero.  

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