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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Denaro e regali per aggiustare processi, finiscono in manette due magistrati

A emettere l’ordinanza di custodia cautelare il gip di Lecce, su richiesta della Procura locale. In carcere anche un ispettore di polizia di Corato

ROMA - Avrebbero garantito esiti processuali positivi in vicende giudiziarie e tributarie che riguardavano alcuni imprenditori, in cambio di ingenti somme di denaro o di regali, come gioielli e pietre preziose. E’ questa l’accusa che questa mattina ha aperto le porte del carcere a due magistrati.

Stiamo parlando di Michele Nardi, sostituto procuratore presso la Procura della Repubblica di Roma (in precedenza gip presso il Tribunale di Trani e successivamente magistrato distaccato presso l'Ispettorato del Ministero della Giustizia) e di Antonio Savasta, giudice presso il Tribunale di Roma (già sostituto presso la Procura di Trani). In carcere è finito anche l’ispettore di polizia in servizio presso il commissariato di Corato Vincenzo Di Chiaro.

Sono stati, invece, colpiti da misura interdittiva l’imprenditore Luigi Dagostino (divieto temporaneo di esercizio dell'attività imprenditoriale e di esercizio degli uffici direttivi nelle imprese, per un anno) e due avvocati, accusati di aver prestato la propria opera come intermediari e facilitatori del piano criminoso: Simona Cuomo, del Foro di Bari, e Ruggiero Sfrecola del foro di Trani che non potranno esercitare la professione per un anno.

L’ordinanza, eseguita questa mattina dagli uomini della Sezione Operativa del Nucleo Operativo dei carabinieri di Barletta, è stata emessa dal gip (giudice per le indagini preliminari) di Lecce che ha accolto la richiesta avanzata dalla Procura locale (competente a procedere per reati commessi nell'ambito del distretto della Corte d'appello di Bari), per il rischio di reiterazione del reato e di inquinamento probatorio. Tra i reati contestati, a vario titolo, c’è l’associazione per delinquere finalizzata ad una serie di delitti contro la pubblica amministrazione (accusa mossa a Nardi, Savasta, Di Chiaro e Cuomo), corruzione in atti giudiziari, falso ideologico e materiale per fatti commessi tra il 2014 e il 2018. Alcuni indagati, anche al di fuori del contesto associativo, rispondono inoltre di millantato credito e calunnia; altri, unicamente di concorso in corruzione in atti giudiziari.

Le indagini sono state condotte con intercettazioni, telefoniche e ambientali, con l’ascolto di persone informate sui fatti, con l’analisi di numerosi procedimenti e riscontri patrimoniali. A seguito di richiesta di sequestro preventivo, anche per equivalente, avanzata dalla Procura, il gip ha provveduto a disporre il sequestro di beni (immobili, conti correnti ed altre utilità): 489mila euro per Savasta; 672mila euro per Nardi (tra i quali un orologio in oro Daytona Rolex e diamanti); 436mila per Di Chiaro e altrettanti per Cuomo; 53mila per Dagostino e Sfrecola.

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