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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Racale

Finisce in archivio il caso del bimbo scomparso misteriosamente nel 1977

Il gip del Tribunale di Lecce, Annalisa De Benedictis, ha disposto l'archiviazione del procedimento relativo alla scomparsa di Mauro Romano, il bimbo di sei anni svanito nel nulla a Racale la sera del 21 giugno 1977

LECCE – Ci sono storie che a distanza di oltre trent’anni continuano a essere avvolte da un alone di mistero e tragicità, capaci di cambiare, per sempre, la storia di una famiglia e di un’intera comunità. Storie destinate a rimanere, forse per sempre, irrisolte. Come quella di Mauro Romano, il bambino di sei anni svanito nel nulla a Racale la sera del 21 giugno 1977, è una ferita profonda che nemmeno il tempo è riuscito a rimarginare. Un “cold case”, una di quelle vicende destinate a essere sepolte tra i casi insoluti, nei faldoni di un archivio e depositata negli annali della cronaca nera come un giallo in attesa di un raggio di luce. Dopo 34 anni trascorsi tra indagini, false rivelazioni e piste che non hanno portato a nulla, la Procura ha deciso di arrendersi e abbandonare il caso. Per la seconda volta, infatti, il sostituto procuratore della Repubblica di Lecce, Giuseppe Capoccia, ha chiesto l’archiviazione del procedimento. Una richiesta di archiviazione accolta dal gip Annalisa De Benedictis, nonostante l’opposizione del legale della famiglia dello scomparso, l’avvocato Ezio Garzya, che ha chiesto che vengano eseguiti nuovi accertamenti.

A luglio scorso la Procura aveva chiesto l’archiviazione del procedimento, ma il gip aveva rigettato l’istanza disponendo un supplemento d'indagine. Per uno strano caso del destino, come in un romanzo giallo, la tragica storia di Mauro Romano si è intrecciata a quella di Vito Paolo Troisi, boss della Sacra corona unita, 41enne, in carcere dal 1997 e condannato all’ergastolo per l’omicidio di Luciano Stefanelli. In quell’afosa giornata d’estate Mauro, poco prima di sparire, aveva giocato con degli amici nei pressi di un deposito di rifiuti e tra quegli amici c’era proprio Troisi che aveva dichiarato di conoscere Mauro ma di non ricordare nulla di quel pomeriggio. Successivamente l’ex boss aveva chiesto al gip, attraverso un telegramma, di essere ascoltato, affermando di avere nuove rivelazioni da fare. Una pista che non ha trovato, però, riscontri investigativi.

Era stata la denuncia presentata dai genitori di Mauro, i coniugi Natale Romano e Bianca Colaianni, a portare alla riapertura delle indagini nel novembre 2010. Loro, in tutti questi lunghissimi anni, non hanno mai dimenticato, hanno continuato a vivere nelle loro menti e nei loro cuori una scomparsa dolorosa e un vuoto incolmabile, provando a dare una spiegazione ed un volto all’autore di un simile gesto. Una ferita mai rimarginata neanche dai decenni trascorsi, un arco di tempo lunghissimo che è servito solo a provare a ricostruire, tassello dopo tassello, un mistero mai risolto.

Quel 21 giugno del 1977 era un pomeriggio caldo, afoso, pieno di luce e di mistero come ogni solstizio d’estate. Mauro con il fratello Antonio, di pochi anni più grande, si trovava a casa dei nonni materni, in vico Immacolata a Racale. Natale Romano e Bianca Colaianni, infatti, erano partiti per Poggiomarino, un piccolo comune in provincia di Napoli, per assistere ai funerali del papà di Natale. Antonio si allontanò in compagnia di uno zio per assistere ad una gara ciclistica. Mauro, invece, scomparve nel nulla. Le indagini, condotte dai carabinieri della stazione di Taviano, grazie anche all’ausilio di alcuni cani, indirizzarono le ricerche nella località denominata “Castelforte”. Qui in un trullo, precisamente su un giaciglio di erba secca, fu trovato un batuffolo di ovatta, usato, presumibilmente, come tampone narcotizzante. Pochi giorni dopo la scomparsa, i genitori di Mauro ricevettero diverse richieste di riscatto, pari a circa 30 milioni delle vecchie lire. Le indagini in tal senso portarono all’arresto di Antonio Scala, che raccontò che il piccolo Mauro era nella località di Castelforte, in custodia presso una donna con i capelli biondi. Tale riscontro non ebbe però alcun esito.

Quella di Mauro Romano è una scomparsa che in paese nessuno ha dimenticato. E’ tracciata sull’asse Racale-Castelforte, con ogni probabilità, la soluzione di un mistero che ha sconvolto un’intera comunità, facendo leva su omertà e connivenze. Forse, come sostengono nella denuncia i genitori di Mauro, la chiave di questo caso è proprio nella figura di un uomo, così vicino alla famiglia Romano, che potrebbe aver portato via il loro bambino a bordo di una Vespa blu. Oppure la sua non fu una scomparsa misteriosa ma un tragico incidente, e di una giovane vita finita tragicamente in uno dei tanti pozzi di cui è disseminata la campagna del Salento.

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