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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Caprarica di Lecce

Fra gli ulivi pneumatici, batterie e traversine: non smaltiva da decenni

I carabinieri del Noe hanno sequestrato un'area di 15mila metri quadrati nelle campagne intorno a Caprarica di Lecce. Segnalato alla Procura il legale rappresentate di una società che opera nella commercializzazione di prodotti per l’edilizia

CAPRARICA DI LECCE – Copertoni usati e traversine ferroviarie dismesse nel bel mezzo della dolce campagna salentina. Questo e molto altro ancora, in mezzo a una cornice composta di muretti a secco e distese di alberi di ulivo. L’area, di ben 15mila metri quadrati, è stata sottoposta a sequestro operativo d’urgenza dai carabinieri del Noe nei dintorni di Caprarica di Lecce, dove si trova la sede operativa di una società che opera nella commercializzazione di prodotti per l’edilizia.

La scoperta è avvenuta nel corso di un controllo del territorio. I militari hanno contestato al legale rappresentante, segnalato alla Procura del capoluogo, la gestione non autorizzata di rifiuti speciali. Alcuni di questi, sono anche classificati come pericolosi perché potenzialmente in grado d’infiltrarsi nella falda.

Durante il sopralluogo, i carabinieri specializzati in reati ambientali, hanno annotato sui loro taccuini una notevole e variegata di scarti. C’erano traversine ferroviarie fuori uso, pezzi di ferro arrugginiti e parti in legno, macchinari per l’edilizia in disuso, imballaggi in metallo.

E ancora, scarti in plastica e pannelli di polistirolo, fusti di metallo contenenti ancora residui oleosi, filtri olio e aria di automezzi, muletti e motrici di autocarri, pneumatici fuori uso, guaine bituminose, batterie al piombo esauste, pannelli coibentanti, lastre di vetro e inerti da demolizioni edili. Un mezzo disastro ambientale dovuto a un mancato smaltimento che, secondo i militari, potrebbe essere decennale, vista anche la vetustà di molti scarti rinvenuti. Una collezione di rifiuti forse non da Guinness dei primati, ma comunque di forte impatto.   

Gli uomini diretti dal maggiore Nicola Candido hanno subito informato del sequestro, oltre l’autorità giudiziaria, anche quella amministrativa. E ora si attende la necessaria bonifica. 

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