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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Omicidio e scissione nel clan Marfella della camorra, affiliato preso a Frigole

Prisco Castiglione, 47enne di Napoli, si trovava nella marina leccese ospite della parrocchia Santa Maria Goretti. Stava scontando un periodo di sorveglianza speciale, dopo essere uscito dal carcere. Rsponde con altri cinque di un assassionio del 2004 che provocò una frattura nel clan Marfella

FRIGOLE (Lecce) – Prisco Castiglione, 47enne di Napoli, è stato arrestato nella notte a Frigole. Terminato il periodo di detenzione presso il carcere di Borgo San Nicola, si trovava ospite presso la parrocchia Santa Maria Goretti, dove, nelle vesti di sorvegliato speciale con obbligo di soggiorno per delitti in ambito mafioso, stava scontando l’ultima parte della sua condanna da uomo semilibero.

L’inizio di una nuova vita è stato improvvisamente stroncato quando ancora non era ancora giunta l’alba. Alle porte della chiesa, nella marina a pochi chilometri da Lecce, hanno bussato i carabinieri del Nucleo operativo radiomobile di Lecce, che gli hanno notificato una nuova ordinanza, ammanettandolo e riportandolo in carcere.

Castiglione non è l’unico arrestato. Nell’ambito dell’operazione (le indagini sono in mano ai carabinieri del Nucleo investigativo di Napoli) sono finiti nella rete anche altri cinque napoletani, presunti affiliati a clan camorristici: Giuseppe Mele, Antonio Varriale, Antonio Bellofiore, Ciro Cella e Francesco Esposito. Castiglione era però l’unico a trovarsi nel Salento. Per tutti il capo d’imputazione è di concorso in omicidio e detenzione e porto illegale di armi, aggravati dalle finalità mafiose.

Castiglione Prisco (1)-2L’inchiesta è stata coordinata dalla Dda di Napoli. I sei indagati, stando a quanto accertato dai militari campani, farebbero parte del clan Varriale-Mele, le cui attività illecite si svolgerebbero in particolare nell'area occidentale del capoluogo campano.

I presunti sodali, a vario titolo, nel febbraio 2004 avrebbero partecipato, nel quartiere napoletano di Pianura, all’omicidio del 27enne Carmine Pesce, elemento di spessore del clan Marfella. Proprio in seguito a quell’efferato episodio (fu “accolto” da almeno nove colpi esplosi da due pistole), si sarebbe verificata un’incrinatura insanabile all’interno del gruppo, fino alla scissione in due opposte fazioni: da un lato i Pesce, dall’altro i Varriale-Mele. 

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