rotate-mobile
Cronaca

Frisullo, soldi e assunzioni per vincere appalti Asl

Il gip del Tribunale di Bari, Sergio Di Paola, comunicherà nelle prossime ore la data dell'interrogatorio di garanzia per Frisullo, dopo l'arresto di ieri. E la politica continua a dividersi ancora

LECCE - Sarà decisa in giornata dal gip del Tribunale di Bari Sergio Di Paola la data dell'interrogatorio di garanzia nei confronti dell'ex vicepresidente della Regione Puglia ed esponente del Partito democratico, Sandro Frisullo, arrestato ieri per associazione a delinquere e turbativa d'asta: il gip del Tribunale di Bari. L'ex vicepresidente è indagato per corruzione con l'accusa di aver incassato dall'imprenditore, Giampaolo Tarantini, il "re delle protesi", nel 2008, uno stipendio mensile di circa 12mila euro per 11 mesi, 150mila euro in contanti, abiti e regali costosi, oltre a prestazioni sessuali fornite dalle escort della sua "scuderia".

In cambio, secondo la procura di Bari, Frisullo avrebbe agevolato Tarantini facendogli vincere presso la Asl di Lecce appalti per quasi cinque milioni di euro: assieme all'esponente del Pd, sono stati arrestati ieri anche coloro che, secondo l'accusa, si sarebbero adoperati per favorire Tarantini: un dirigente, un funzionario e un primario della Asl salentina. Del resto lo stesso Tarantini ha fatto inserire nel verbale la dichiarazione, secondo cui avrebbe "rappresentato a Frisullo la necessità di voler avviare un business con l'Asl di Lecce". Ma non solo. In particolare, Frisullo, come emerge dai verbali d'interrogatorio di Tarantini, avrebbe richiesto 100mila euro in contanti e una trentina di assunzioni ad un imprenditore. Obiettivo, far approvare dall'Asl di Lecce una delibera per l'aggiudicazione di un appalto triennale da 4 milioni di euro, riguardante la gestione dinamica di documenti e cartelle cliniche dell'Azienda sanitaria locale.

Ma mentre si cerca di far luce sulla vicenda, resta alta la tensione nel mondo politico e si sprecano le dichiarazioni degli esponenti dei partiti: si mobilita persino la politica nazionale con Paolo Bonaiuti, sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri, che in una nota trasmissione nazionale, ha accusato le procure di "dettare l'agenda della politica". Maurizio Gasparri ha posto all'attenzione l'ipotesi di un vero e proprio "sistema D'Alema" in Puglia. Gli esponenti del Pdl regionale sottolineano la "connivenza" di Vendola e la sua "incapacità amministrativa" di risolvere concretamente la questione morale, visto quello che starebbe emergendo in queste ore.

"L'arresto di Sandro Frisullo - commenta Luigi Lazzari, deputato del Pdl - conferma la gravità della situazione in cui ci troviamo. Senza entrare nel merito delle accuse, voglio però dire che su Frisullo decideranno i giudici mentre su Nichi Vendola decideranno gli elettori pugliesi. Il Presidente uscente Nichi Vendola non può portare avanti il tentativo pilatesco di lavarsi le mani rispetto al disastro morale e gestionale in cui versa la Sanità pugliese, prendendo le distanze dalla sua Giunta, perché la responsabilità politica è tutta sua. Vendola deve smettere di fare come Nerone che continuava a suonare la sua lira mentre Roma bruciava. Ancora una volta, le chiacchiere stanno a zero. Non solo il centro destra ma tutto il popolo di Puglia chiede ad alta voce a Vendola di fare una seria autocritica sui fatti e misfatti di una quadra di governo che ha evidentemente amministrato male, sotto la sua guida".

Duro il commento de il candidato presidente di Alternativa comunista, Michele Rizzi commenta: "L'arresto di Frisullo, ex Vice Presidente della Regione Puglia ed ex braccio destro di Vendola, parla di un mix di malaffare unito alla privatizzazione della sanità. Tra escort, conflitti di interessi e amicizie lobbistiche, centrosinistra e centrodestra sono alla pari. Prima le indagini su Tedesco poi la volta di Frisullo, Alternativa comunista continuerà la sua battaglia per la ripubblicizzazione della sanità e per spazzare via il malaffare del sistema politico degli schieramenti avversi. In questo Vendola si pone ancora una volta in continuità con la precedente gestione di Fitto come sempre detto da me. Per questo, se ne vadano tutti".

Dal canto suo, il presidente uscente, Nichi Vendola si dice convinto che "l'arresto di Frisullo non influenzerà il voto", ricordando di non "aver inseguito i miei assessori proteggendoli dalle inchieste", ma "di aver agito con estrema durezza già a luglio del 2009", senza "gridare al complotto" o "mettere la testa sotto la sabbia". E ribadendo fiducia nella magistratura spiega come i giudici "non sono giocatori politici quando vogliono arrestare Fitto e professionisti indipendenti quando arrestano Frisullo".

Carlo Salvemini scrivo alcune note con "l'amarezza nel cuore": "Naturalmente non sono nelle condizioni di poter dire nulla sui provvedimenti disposti, sui reati enormi contestati, sul contenuto dell'indagine. Da mesi, oramai, si era tutti consapevoli che prima o poi il cosiddetto sistema Tarantini avrebbe colpito altri esponenti della politica e della sanità pugliese. Trovo doveroso ricordare la risolutezza con la quale l'estate scorsa Vendola mise mano ad un rimpasto in Giunta appena le ombre di un possibile malaffare cominciarono ad allungarsi sull'operato dell'amministrazione regionale. Rimpasto che determinò tensioni e polemiche politiche financo da parte del centro destra spiazzato dalla radicalità etica del Presidente. Era tuttavia difficile immagine che si potesse arrivare a questo".

"Siamo ad una settimana dal voto - dichiara Salvemini - ed è naturalmente inevitabile il coro dei commenti pro o contro la magistratura. In un Paese che da almeno vent'anni vive le indagini sugli esponenti della vita pubblica come se partecipasse da tifoso ad una gara tra opposte fazioni, il bollettino delle dichiarazioni polemiche fa parte di una sceneggiatura ormai consunta e scontata. Non dirò a tal proposito nulla di più per non ammorbare ulteriormente il clima. Mi preme solo ribadire un concetto per me essenziale. Il centrosinistra ha il dovere politico di sradicare l'idea malata che la questione morale attenga esclusivamente al rispetto del codice penale. Non basta questo purtroppo. Dobbiamo condividere tutti insieme la consapevolezza che in politica ci possano essere comportamenti, decisioni e azioni che, ancor prima di una verifica di conformità alla legge, si qualificano comunque come inopportuni, censurabili, deprecabili e imbarazzanti. Che non spetta ai giudici sanzionare ma al senso di responsabilità della classe dirigente giudicare".

"Il centrosinistra pugliese - commenta Blasi - viene da cinque anni di buon governo. Anni importanti, in cui abbiamo saputo promuovere e dare del ‘tu' al cambiamento sapendo innovare e sperimentare ciò che in altre regioni del Sud non è accaduto. In questi 5 anni il Partito Democratico ha svolto un ruolo da protagonista e continuerà a svolgerlo. In riferimento all'arresto di Sandro Frisullo confermo il massimo rispetto per la Magistratura ed il lavoro che sta svolgendo. Fin dalle prime informative relative all'indagine in corso convenimmo con l'allora assessore Frisullo, a cui rivolgo la mia solidarietà cristiana, non solo le dimissioni dal suo ruolo in Giunta, ma una reale sospensione da qualsiasi attività politica del partito onde evitare alcun tipo di strumentalizzazione. Al pluriindagato ministro Raffaele Fitto ricordo che nei suoi 5 anni da Governatore un quarto della giunta, pur essendo sotto indagini della magistratura, rimase tranquillamente al suo posto: il vicepresidente Giovanni Copertino, l'assessore all'Urbanistica Enrico Santaniello e l'assessore ai Trasporti Pietro Franzoso, per ricordarne solo alcuni. In quel periodo ponemmo con insistenza all'ex Governatore Fitto il problema della ‘questione morale', ma senza mai ottenere una risposta. Ribadisco che la moralizzazione delle istituzioni rappresenta per noi la via maestra da seguire convintamente. E' indispensabile una rivolta morale e culturale che si richiami a quello che più volte ho definito ‘radicalismo etico'; una relazione tra valori e stili di vita, perché solo se siamo di esempio diventeremo credibili. Questo è il lavoro e lo sforzo che ho sempre compiuto e che il Partito Democratico di cui mi onoro essere il Segretario Regionale deve portare avanti".

Giuseppe Vernaleone, candidato nella lista I Pugliesi, dal canto suo, racconta un'altra verità sulle dimissioni. "Non è vero che Frisullo si dimise - dice -, anzi, reagì alla decisione del governatore Vendola che, per una fuga di notizie, azzerò la sua Giunta. Ecco cosa dichiarò l'ex Vice Presidente dell'esecutivo regionale in una lettera al partito ed in una pubblica assemblea: "da Vendola neanche una telefonata, solo giudizi sommari su pseudo questione morale. Io non ho mai pugnalato alle spalle, resto in Aula, non sono un problema per il Pd". Questo quanto scrisse in una lettera il 4 luglio 2009. Da tali parole - commenta - è chiaro il malumore ed è chiaro che il Governatore, con l'esclusione di Frisullo, ha tentato un'autotutela per quanto qualcuno, probabilmente, gli aveva anticipato. Ma prima della comunicazione riportata su, il 29 giugno, lo stesso Frisullo, escludendo le sue dimissioni, dichiara quanto segue al quotidiano ‘Repubblica': "Sono finito nel tritacarne ma non credo che il presidente né altri possano avere degli elementi per chiedere le mie dimissioni". Non è dunque vero, come afferma il Pd, che Frisullo fece subito un passo indietro. Vendola ci deve spiegare se per quattro anni ha taciuto o se, e non ho motivo di non crederlo, non ha compreso cosa stesse succedendo nella Sanità qualora fosse tutto vero. Ritengo questa seconda ipotesi - conclude Vernaleone - ancor più grave non essendo stato in grado di essere il garante, per ben quattro anni, degli interessi dei Pugliesi e delle azioni di uomini da lui nominati ma forse non controllati".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Frisullo, soldi e assunzioni per vincere appalti Asl

LeccePrima è in caricamento