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Cronaca

Furti in negozi e botteghe, in dieci anni saliti di oltre il 120 per cento

Nel 2014 (ultimo anno disponibile) sono stati più di 4mila in Puglia. Quando nel 2004 erano "solto" mille e 800

BARI – Quattromila 52 furti in un anno. La media, undici ogni giorno. E’ il numero di “colpi” subiti nel 2014 (l’ultimo anno disponibile che ha potuto verificare il centro studi di Confartigianato imprese Puglia) da proprietari di negozi commerciali e botteghe artigiane di tutta la regione.

Se confrontato con il 2013, si prospetta una crescita esponenziale. L’anno precedente, infatti, i furto furono 3mila e 888.

I dati sono stati ricavati tramite le denunce presentate da esercenti e piccoli imprenditori all’autorità giudiziaria. Nello studio non si annovera un fatto, ma che è comunque risaputo: si può aggiungere che non frequenti sono anche gli episodi mai denunciati. Capita che più di qualcuno, specie nei casi meno rilevanti, persa in partenza la speranza di ritrovare la refurtiva, non si presenti nemmeno davanti a polizia o carabinieri. Un fenomeno noto agli addetti ai lavori e che se fosse quantificabile, farebbe lievitare ancora le cifre. 

Stando ai dati fruibili, Confartigianato spiega che l’incremento annuo è di 164 furti in più, pari al 4,2 per cento. Ma l’aspetto particolare nasce soprattutto dal confronta con il decennio predicente. Nel 2004, in Puglia, furono denunciati mille e 826 furti. Vuol dire 2mila e 226 sottrazioni in più ai danni di botteghe e negozi, pari a una variazione del 121,9 per cento. Un boom molto preoccupante.

“La tutela della sicurezza deve diventare una priorità assoluta per le amministrazioni locali”, commenta Francesco Sgherza, presidente di Confartigianato imprese. “Il tasso di criminalità è un parametro che condiziona fortemente la crescita e lo sviluppo economico di un territorio. Non possiamo dimenticarlo”.

Una spiegazione per questa escalation si può trovare nella crisi economica degli ultimi anni che “ha comportato una recrudescenza virulenta della cosiddetta microcriminalità”, dice Sherza. “Ciò, abbinato a una sensibile riduzione degli investimenti statali in materia di ordine pubblico, ha contribuito in maniera determinante al crollo del livello di sicurezza: una condizione che i piccoli imprenditori purtroppo conoscono benissimo. Non si tratta solo dei furti, ma anche di rapine e di estorsioni”.

E così, secondo l’associazione, “a farne le spese sono in primis gli artigiani e i commercianti, le cui attività economiche costituiscono il bersaglio preferito dei criminali alla ricerca di denaro contante”.

Sgherza invita a fare sempre più affidamento sulle moderne tecnologie (telecamere e videosorveglianza) a supporto del controllo del territorio, ma anche fare squadra con tutti gli attori sociali, a cominciare dalle associazioni di categoria.

Proprio qualche giorno fa, Confartigianato ha sottoscritto a livello locale un protocollo antirapina con la Prefettura per la provincia di Barletta-Andria-Trani. "Questa iniziativa si aggiunge a quanto già messo in campo nelle altre province. Basti pensare alla campagna antiestorsione “Lascia perdere” promossa da Unioncamere Puglia e al lavoro svolto dall'associazione nazionale anziani e pensionati per la prevenzione di furti e truffe commessi a danno delle categorie più deboli".

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