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Cronaca Leuca / Via Francesco Camassa

Gatti avvelenati di continuo, una colonia rischia di essere dimezzata

Anche il micetto di una donna ha evidenziato gli stessi sintomi ed è in cura. Ma altri sono morti. Ed è stata presentata denuncia

LECCE – Prima uno, poi un altro, quindi un terzo. E forse molti di più, di cui però non si sono perse del tutto le tracce. Per arrivare, di sicuro, anche al gattino che una donna leccese ha adottato. I sintomi evidenziati dal veterinario non sembrano lasciare dubbi: avvelenamento. Ora è in cura e si spera che, almeno lui, possa salvarsi.

Sulla vicenda è stata presentata in questi giorni una denuncia, finita davanti ai carabinieri di Lecce. La speranza è che si riesca a capire chi siano le persone che, in un punto in particolare del quartiere Leuca, fra le vie Mercadante e Camassa, stanno rischiando di dimezzare una colonia felina che, stando ai racconti di alcuni residenti, esiste in zona da almeno una ventina d’anni.

Agili, indipendenti, scaltri. Gli Egizi li adoravano fino a divinizzarli, e fin dall’antichità hanno conquistato ogni angolo del globo viaggiando nelle navi come fidi alleati nella lotta ai topi rintanati nelle stive. I gatti convivono con gli umani da millenni, ma non tutti riescono ad amarli. E c’è chi, non tollerandoli, matura la spietata idea di ucciderli.

Tanto verde e angoli da scoprire e in cui cacciare (siamo a due passi dall’ex Galateo con il suo parco e, nelle vicinanze, non manca la campagna), è naturale che molti gatti, nel tempo abbiano deciso di mettere casa in quest’angolo di Lecce.  Ma da un po’ di tempo, almeno dal luglio del 2017, più di qualcuno ha notato fatti insoliti. Alcuni mici sarebbero improvvisamente scomparsi. Altri (almeno tre), visti in agonia, per poi esalare l’ultimo respiro. E non solo. Un gattino proveniente da quella stessa colonia, di razza europea, adottato da una donna, è stato scoperto all’improvviso con le stesse problematiche di altri.

Forse, però, è stato preso in tempo. Un veterinario ha diagnosticato subito l’avvelenamento, iniziando una terapia specifica. E, insomma, quando è troppo è troppo. La questione è finita ora davanti ai carabinieri. Il reato, a carico di ignoti, è di maltrattamento di animali.    

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