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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Diso

Gigantesca diga in località Arenosa e biodiversità stravolta, in tre a processo

L’opera era stata ideata per la difesa e il consolidamento del tratto di costa, ma avrebbe stravolto la morfologia della zona

LECCE – In tre finiscono a processo per la costruzione di una gigantesca diga in località Arenosa, nei pressi di Marittima di Diso. Il rinvio a giudizio è stato disposto dal giudice per l’udienza preliminare Michele Toriello nei confronti di  Alessandro Arseni, 66enne di Diso, all’epoca dei fatti responsabile dell’Ufficio tecnico comunale,  Vito Antonio Morello, 50enne di Caprarica di Lecce, legale rappresentante dell’impresa aggiudicataria dell’appalto per il lavori di consolidamento del tratto di costa e Primo Stasi, 61enne di Lecce, progettista di quei lavori.

Località Arenosa si trova nel Parco naturale Costa d’Otranto e ricade nell’ambito del Sic “Costa d’Otranto – Santa Maria di Leuca”. Qui vi sono rocce calcarenitiche, calette naturali e grotte. E qui sono stati svolti interventi di edilizia, con la realizzazione di una diga marittima per un'altezza di 1,5 metri sul livello del mare, larghezza tra gli 8 e gli 11 e lunghezza di 155 metri, su un’area di oltre 6mila metri quadrati, usando oltre 24mila tonnellate di massi.

L’opera era stata ideata per la difesa e il consolidamento del tratto di costa, ma avrebbe stravolto la morfologia della zona e, secondo le accuse, sarebbe stata realizzata senza adeguato rilevamento geologico e geomorfologico e un modello costitutivo della costa che permettesse di progettare interventi efficaci.

Ne sarebbe stata partorita un’opera tale da modificare il profilo della scogliera, compromettendo la biodiversità dei fondali. I massi deposti, avrebbero alterato l’habitat naturale, comportando la formazione di mucillagini. Le indagini furono svolte e chiuse ad aprile del 2016, su delega del pubblico ministero, dalla tenenza della guardia di finanza di Tricase e dalla capitaneria di porto di Gallipoli. Le consulenze tecniche, affidate ai professori Paolo Sansò e Ferdinando Boero.

La prima udienza del processo è stata fissata per il 22 gennaio del 2019 davanti alla seconda sezione penale, presieduta dal giudice Fabrizio Malagnino.  Gli imputati sono difesi dagli avvocati Tommaso Millefiori, Domenico Mastrolia, Laura Minosi, presenti e Andrea Sambati.

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