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Cronaca

Giudice aggredito da un giornalista de "Le iene", la condanna dell'Anm

Il grave episodio è avvenuto alcuni giorni fa, mentre il gip era in procinto di entrare in tribunale dal passo carraio

LECCE – Aggredito, bloccato e insultato all’ingresso del Tribunale da un giornalista della trasmissione televisiva “Le iene”. Vittima del grave e increscioso episodio il giudice Giovanni Gallo. A denunciarlo la giunta distrettuale dell’Associazione nazionale magistrati, che in una nota sottolinea l’accaduto, spiegando che l’episodio è avvenuto alcuni giorni fa, mentre il gip era in procinto di entrare dal passo carraio. “Il giornalista lo ha letteralmente bloccato, posizionandosi con una telecamera davanti alla sua auto, inveendo nei suoi confronti per aver adottato un provvedimento che contestava e, schernendolo con termini irriguardosi, ha cercato, in tutti i modi, di consegnargli i fogli di una sentenza”. I fatti sono avvenuti alla presenza degli addetti alla vigilanza e delle persone che si stavano recando in tribunale.   

“Non mette conto ora dilungarsi sul merito della vicenda (concernente la contestazione di un suo provvedimento di sequestro preventivo di alcune pagine del Tacco d’Italia e del relativo giornale on-line, provvedimento che è stato parzialmente annullato dal Tribunale del Riesame con conferma dell’oscuramento della sola pagina Facebook in relazione al sussistente fumus del reato di diffamazione) scrive l’Anm –, essendo soltanto il caso di aggiungere che è del tutto fisiologico che un provvedimento emesso dal gip possa, dopo l’instaurazione del contraddittorio, essere parzialmente riformato o annullato secondo i normali rimedi processuali previsti dalla legge, sicché la questione ha trovato idonea soluzione nella propria sede processuale. Prescindendo anche dal potenziale rilievo penale della condotta del giornalista delle “Iene”, va stigmatizzata l’arroganza e la protervia del giornalista che ha leso la dignità del collega Gallo come uomo e come magistrato”.

“L’Anm tiene nella massima considerazione la legittima critica giornalistica di ogni provvedimento giudiziario - che talora fornisce spunti di riflessione preziosi per il lavoro del magistrato - ma non può tollerare che, senza perseguire alcun intento di civile interlocuzione anche in chiave di dissenso e, sotto le mentite spoglie dell’esercizio di un diritto costituzionalmente tutelato, si giunga, mediante la descritta incursione, a ledere pubblicamente la dignità di un magistrato onesto e scrupoloso”.

“Gallo – si legge ancora – è uno dei magistrati leccesi più apprezzati per le sue doti umane e professionali e che è stato ed è impegnato ed esposto in relazione a molteplici procedimenti penali per reati di criminalità organizzata, riscuotendo sempre l’unanime consenso dei colleghi e del Foro”.

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